Starmer dichiara guerra alla Russia e annuncia piano di riarmo: 12 nuovi sottomarini nucleari e 15 mld£ per rinnovo arsenale atomico
Anche il Regno Unito dunque, dopo la Germania, e sostanzialmente tutta l'Europa, ha deciso di dichiarare guerra alla Russia
Il primo ministro britannico Keir Starmer dichiara la guerra alla Russia e annuncia il piano di riarmo del Paese. Un piano che prevede una spesa in difesa al 3% del pil, la costruzione di 12 nuovi sottomarini nucleari e 15 miliardi di sterline per rinnovare l'arsenale atomico. "Se vogliamo scoraggiare un conflitto, il miglior modo è prepararsi a un conflitto", ha detto in Scozia, sede della base di sommergibili che rappresentano oggi l'intero deterrente nucleare britannico.
Starmer dichiara guerra alla Russia e annuncia piano di riarmo
"Vogliamo una Gran Bretagna più forte e più sicura", ha detto Starmer a Glasgow visitando i cantieri navali di BAE Systems. "In primo luogo stiamo passando alla prontezza al combattimento come obiettivo centrale delle nostre forze armate, quando siamo direttamente minacciati da Stati dotati di forze militari avanzate. Il modo più efficace per scoraggiarli è essere pronti a dimostrare loro chiaramente che siamo pronti a garantire la pace attraverso la forza".
"Costruiremo una forza combattente più integrata, più pronta e più letale che mai. Attraverso una riserva strategica più forte, completamente addestrata e pronta a mobilitarsi in qualsiasi momento. In secondo luogo, tutto ciò che faremo contribuirà a rafforzare la Nato. Mentre ci assumiamo maggiori responsabilità per la nostra difesa collettiva, l'alleanza Nato assume un significato profondo. Non combatteremo mai da soli. È una fonte fondamentale della nostra forza strategica. Ecco perché la nostra politica di difesa sarà sempre incentrata sulla Nato".
Anche il Regno Unito dunque, dopo la Germania, e sostanzialmente tutta l'Europa, ha deciso di dichiarare guerra alla Russia. Nel piano di riarmo previsti negli anni 12 nuovi sottomarini a propulsione atomica, investimenti miliardari in munizioni e un comando per il coordinamento di cyberattacchi anti Russia e Cina. Al summit Nato a fine giugno si voterà una proposta di aumentare la spesa per la difesa al 5% del Pil entro il 2032. Diversi Paesi membri hanno perfino detto che il 3% "non è abbastanza".