Anche il New York Times adesso lo ammette: la causa della guerra in Ucraina è anche l'espansionismo occidentale verso Oriente

E adesso anche il "New York Times" giunge ad ammettere apertamente e senza perifrasi edulcoranti che tra le cause del conflitto ucraino occorre riconoscere anche l'espansione della NATO e dell'Occidente, rectius dell'uccidente liberal-atlantista, negli spazi un tempo di pertinenza dell'Unione Sovietica. È quanto leggiamo su un articolo significativamente intitolato "Russia Beefs Up Bases Near Finland’s Border" (La Russia rafforza le basi vicino al confine finlandese), datato 19 maggio 2025. Insomma, come scriveva Seneca, la verità, anche se sommersa, alla fine viene a galla. Per parte nostra, lo dicemmo fin dal febbraio del 2022: la causa principale di questo sciagurato conflitto è da ravvisarsi nell'allargamento del Patto Atlantico e dell'imperialismo statunitense verso Oriente, mediante l'occupazione graduale di spazi un tempo propri dell’Unione Sovietica. L'obiettivo, del resto, era chiaro fin dal principio: accerchiare la Russia per farla infine capitolare e per normalizzarla in senso liberal-atlantista, cioè per trasformarla in una dependance della civiltà dell'hamburger. Neutralizzare la Russia come stato sovrano ancora in grado di resistere all'americanizzazione del mondo, questo in sintesi l'obiettivo. Cosa che oltretutto sembrava destinata a realizzarsi sotto Gorbaciov prima e sotto Eltsin dopo. Fu soltanto Vladimir Putin, a partire dal 1999, a cambiare decisamente la traiettoria e a rivendicare la sovranità della Russia, ponendo in essere le condizioni di una resistenza fattuale contro l'imperialismo a stelle e strisce. Il fatto che ora perfino il "New York Times" lo ammetta apertamente ci pare davvero degno di essere sottolineato. Come già altre volte è accaduto, la tesi controvento che inizialmente veniva liquidata come frutto del complottismo più radicale viene in seconda battuta accreditata dagli stessi che originariamente l'avevano combattuta. 

Di Diego Fusaro