Gaza, ex detenuti palestinesi: "Abusi sessuali e scariche elettriche dell'Idf, appesi al soffitto come animali macellati, Israele arresta chiunque, senza accuse né avvocati" - Il REPORT
Il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr) ha pubblicato un rapporto che documenta "l'uso sistematico della tortura e del trattamento disumano dei palestinesi di Gaza detenuti da Israele dal 7 ottobre 2023"
Il Palestinian Center for Human Rights (Pchr) ha pubblicato un report di 129 pagine che mette insieme ricostruzioni da parte di 100 ex detenuti palestinesi sulle torture subite dall'Idf. Testimonianze di donne, bambini e anziani arrestate a Gaza dal 7 ottobre 2023: "Da questo rapporto emerge che il trattamento riservato ai palestinesi di Gaza equivale a tortura e che tale tortura è parte integrante del genocidio in corso contro il popolo palestinese". Le accuse sono pesantissime: si va da abusi sessuali a scariche elettriche. Accuse portate davanti alla Corte penale internazionale, con Israele accusato di arrestare chiunque: senza accuse, né avvocati.
Gaza, ex detenuti palestinesi: "Abusi sessuali e scariche elettriche dell'Idf"
Casi di abusi sessuali che riguardano la nudità forzata di fronte a militari di entrambi i sessi o altri detenuti, palpeggiamenti, perquisizioni personali invasive. Per il team dei legali del Pchr, "dolore e questa sofferenza sono stati intenzionalmente inflitti da funzionari pubblici, in particolare membri delle Forze di Difesa Israeliane (Idf, dei servizi segreti israeliani e del Servizio di Protezione Civile (IPS), mentre le vittime erano sotto la loro custodia".
Un ex detenuto palestinese di 43 anni racconta: "Ho perso tutto la mia casa, mio fratello, i miei amici, le memorie di mio padre e me stesso, il mio vecchio me. Cosa rimane a un uomo se perde se stesso?". E poi: "Ho chiesto aiuto a un dottore perché dopo essere stato pestato avevo dolori ovunque. Ma il medico mi ha detto ‘Vai a farti curare da Sinwar’", spiega un 30enne palestinese.
"Una volta ho chiesto di vedere un medico e me ne sono pentito. L'unica ragione per cui [il soldato] mi ha portato in clinica sono state le mie urla per il dolore agli occhi causato dalle percosse continue. Ogni volta che menzionavo il dolore, mi picchiavano sempre di più", è la ricostruzione di un altro ex detenuto. Dal report emerge che i pochi ricoverati in infermiere fatiscenti venivano obbligati a rimanere bendati e legati ai letti anche per dieci giorni, senza neanche il permesso di andare in bagno o lavarsi. Durante gli interrogatori è prassi mettere addosso ai detenuti fascette e bende sugli occhi: "Possono durare da 15 minuti fino a quattro giorni con pause con i detenuti spesso denudati o costretti a stare in posizioni stressanti: in piedi, in ginocchio, seduti sul pavimento mentre venivano calpestati, costretti a sedersi su una sedia molto piccola o con mani e/o piedi legati a una sedia".
E ancora: "Durante l'interrogatorio, sono stato preso a calci e picchiato con violenza e con una spranga di ferro e il calcio del fucile sulla testa, sui piedi, sulle mani e su tutto il corpo. I soldati mi hanno anche inserito le dita nelle orecchie. È estremamente doloroso. Mi hanno legato le mani dietro la schiena, le hanno sollevate e mi hanno preso a calci molto forte su entrambi i lati della vita finché non ho sentito più il respiro".
Diversi i metodi di tortura utilizzati dall'esercito israeliano di cui si fa riferimento nel report: musica a volumi insopportabili, droga, elettroshock.
"Eravamo appesi al soffitto come animali macellati"
Le ricostruzioni continuano: "Mi hanno appeso per le mani, legate a una recinzione di filo spinato, e i miei piedi non toccavano terra. Il dolore era insopportabile, soprattutto perché peso 136 chilogrammi e tutto il peso gravava sui polsi". Altri raccontano invece che per ore o giorni sono rimasti appesi con le mai legate dietro la schiena: "Eravamo legati a ganci, come si fa con le mucche o gli animali dopo che sono stati macellati".
Le accuse davanti alla Corte penale internazionale
Il giurista Triestino Mariniello, rappresentante legale delle vittime di Gaza: "Documento devastante che raccoglie e analizza decine di testimonianze dirette che non solo raccontano abusi gravissimi, ma costituiscono anche prove fondamentali per i procedimenti in corso presso la Corte internazionale di giustizia e la Corte penale internazionale. È un atto di coraggio civile. In mezzo a bombardamenti, assedi e repressione, la società civile palestinese continua a documentare, denunciare e rivendicare giustizia. Crede ancora nella forza del diritto internazionale come strumento per fermare le atrocità".
Per il Palestinian Center of Humans Right, si tratta di atti di tortura commessi "deliberatamente e metodicamente contro i palestinesi solo sulla base della loro identità, che costituiscono atti di genocidio, vale a dire 'causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo’ e ‘infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica, totale o parziale'".