Pfizergate, tribunale Ue boccia von der Leyen su sms con Bourla su acquisto 1,8 mld dosi vaccino Covid Pfizer su 4,2 mld totali: “Rendere legittimo l'accesso agli atti" - LA SENTENZA
Il caso riguardava solo una parte di quelle dosi, acquistate per 35 miliardi di euro. Von der Leyen deve rendere legittimo l'accesso agli atti al New York Times, che le aveva fatto causa
Batosta per von der Leyen in merito al Pfizergate: il tribunale Ue ha bocciato la presidente della Commissione Ue in merito agli sms segreti con Bourla sull'acquisto di 1,8 miliardi di dosi di vaccino Covid Pfizer su 4,2 miliardi totali, per una spesa complessiva di 450 miliardi di euro. Il caso riguardava solo una parte di quelle dosi, acquistate per 35 miliardi di euro. Von der Leyen deve rendere legittimo l'accesso agli atti al New York Times, che le aveva fatto causa, in quanto non "ha fornito una spiegazione plausibile per giustificare il mancato possesso dei documenti richiesti".
La Corte ha stabilito che la Commissione non ha chiarito adeguatamente se i messaggi di testo richiesti siano stati cancellati e, in caso affermativo, se la cancellazione sia avvenuta deliberatamente o automaticamente. Tuttavia, lo stesso organo non può limitarsi ad affermare di non essere in possesso dei documenti richiesti, ma deve fornire spiegazioni credibili che consentano sia al pubblico che alla Corte di capire perché tali documenti non possono essere reperiti.
Pfizergate, tribunale Ue boccia von der Leyen su sms con Bourla su acquisto 1,8 mld dosi vaccino Covid Pfizer su 4,2 mld totali: “Rendere legittimo l'accesso agli atti"
Bocciatura totale da parte del tribunale Ue per Ursula von der Leyen, che deve rendere disponibile l'accesso agli sms con Bourla il cui contenuto riguarda l'acquisto di 1,8 miliardi di dosi di vaccino Covid Pfizer per 35 miliardi di euro. "Questi contratti erano totalmente senza precedenti in un contesto totalmente senza precedenti", ha dichiarato un funzionario dell'Ue prima della sentenza.
Il New York Times aveva portato la questione davanti alla Corte di giustizia europea nel gennaio 2023. I giudici hanno sostenuto come il quotidiano americano abbia presentato prove rilevanti e coerenti sull'esistenza di sms tra la presidente della Commissione Ue e l'amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla in merito all'acquisto di vaccini Covid.
La sentenza della Corte di Giustizia Ue
Con una domanda fondata sul regolamento relativo all'accesso ai documenti 1, Matina Stevi, giornalista impiegata presso il quotidiano The New York Times, ha chiesto alla Commissione europea di dare accesso a tutti i messaggi di testo (SMS) scambiati tra la presidente Ursula von der Leyen e Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer, tra il 1° gennaio 2021 e l’11 maggio 2022. La Commissione ha respinto tale domanda affermando di non essere in possesso dei documenti oggetto della domanda. La sig.ra Stevi e il New York Times hanno chiesto al Tribunale dell'Unione europea di annullare la decisione della Commissione.
Nella sua sentenza, il Tribunale accoglie il ricorso e annulla la decisione della Commissione.
Il Tribunale ricorda che il regolamento relativo all'accesso ai documenti mira a dare la massima attuazione al diritto di accesso del pubblico ai documenti in possesso dalle istituzioni. In linea di principio, tutti i documenti delle istituzioni dovrebbero quindi essere accessibili al pubblico. Tuttavia, quando un'istituzione afferma, in risposta a una domanda di accesso, che un documento non esiste, l'inesistenza del documento è presunta, conformemente alla presunzione di veridicità di cui tale affermazione è munita. Detta presunzione può però essere superata sulla base di elementi pertinenti e concordanti forniti dal richiedente.
Nel caso di specie, il Tribunale osserva che le risposte fornite dalla Commissione nel corso dell'intero procedimento in merito ai messaggi di testo richiesti si basano o su ipotesi, oppure su informazioni mutevoli o imprecise. Per contro, la sig.ra Stevi e il New York Times hanno presentato elementi pertinenti e concordanti che descrivono l'esistenza di scambi, in particolare sotto forma di messaggi di testo, tra la presidente della Commissione e l'amministratore delegato di Pfizer nell'ambito dell'acquisto, da parte della Commissione, di vaccini presso tale società durante la pandemia di COVID-19. Essi sono quindi riusciti a superare la presunzione di inesistenza e di non possesso dei documenti richiesti.
In una situazione del genere, la Commissione non può limitarsi ad affermare di non essere in possesso dei documenti richiesti, ma deve fornire spiegazioni credibili che consentano al pubblico e al Tribunale di comprendere perché tali documenti siano irreperibili. La Commissione non ha spiegato in dettaglio quale tipo di ricerche avrebbe effettuato per trovare tali documenti, né l'identità dei luoghi in cui esse si sarebbero svolte. Pertanto, essa non ha fornito spiegazioni plausibili per giustificare il non possesso dei documenti richiesti. Inoltre, la Commissione non ha sufficientemente chiarito se i messaggi di testo richiesti fossero stati eliminati e, in tal caso, se l’eliminazione fosse stata effettuata volontariamente o automaticamente o se il telefono cellulare della presidente fosse stato nel frattempo sostituito.
Infine, la Commissione non ha neppure spiegato in modo plausibile perché essa avrebbe ritenuto che i messaggi di testo scambiati nell'ambito dell'acquisto di vaccini contro la COVID-19 non contenessero informazioni sostanziali o che richiedessero un monitoraggio di cui dovesse essere garantita la conservazione.
IMPORTANTE: Il ricorso di annullamento mira a far annullare atti delle istituzioni dell’Unione contrari al diritto dell’Unione. A determinate condizioni, gli Stati membri, le istituzioni europee e i privati possono investire, a seconda dei casi, la Corte di giustizia o il Tribunale di un ricorso di annullamento. Se il ricorso è fondato, l'atto viene annullato. L'istituzione interessata deve rimediare all’eventuale lacuna giuridica creata dall’annullamento dell’atto.
IMPORTANTE: Avverso la decisione del Tribunale può essere presentata impugnazione alla Corte entro due mesi e dieci giorni a decorrere dalla data della sua notifica, limitatamente alle questioni di diritto.