Stiamo andando verso l' "Armagheddon" per lo Stato di Israele? La Cina arma l'Islam alla resistenza anti-israeliana?

Mentre la guerra in Ucraina sembra infinita e si scalda ancora il confine India-Pakistan Gerusalemme resta un nodo cruciale

L'Apocalisse di Giovanni parla di un luogo fatale per le sorti dell'umanità nel capitolo sedici, fra la sesta e la settima coppa dell'ira di Dio: "e radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn". Tre spiriti demonici radunano tutti i re della terra (anticipo di quello che sarà Gog e Magog con le loro sterminate schiere) per assediare e attaccare la "Città dei santi", cioè Gerusalemme. Ma attenzione a scambiare l'interpretazione escatologica-mistica con una lettura politica e attuale. La "Gerusalemme" dell'Apocalisse è quella futura, tutta cristiana e luminosa, unita, che illumina il mondo durante l'ultima evangelizzazione della terra e appena prima del Regno millenario di Cristo. I "re dell'oriente" che vogliono distruggere un Cristianesimo tornato a Gerusalemme, la sua prima fonte, vengono distrutti insieme con la Babilonia anticristica dall'ira di Dio, cioè da un intervento divino straordinario e diretto. Poi inizia il Regno millenario di Cristo sulla terra che corona, sigilla e chiude la storia (Gv. 20,4). L'immagine giovannea ricca di risonanze bibliche si rivela tuttavia così evocativa, potente e affascinante che appare difficile non accostarla alle attuali drammatiche tensioni militari e politiche medio-orientali. E se lo Stato di Israele rischiasse ora una simile, seppur laica, Armagheddon fatale per la sua esistenza? Se la politica fondamentalista e guerrafondaia del Governo israeliano contro le popolazioni palestinesi e contro l'Iran provocasse ad un certo punto un'improvvisa reazione islamica generale anti-israeliana? Lo avevo anticipato già tempo fa dicendo come Israele si stia isolando con questa sua sistematizzazione della guerra per scacciare la popolazione palestinese più lontano dai territori che occupa. E oltre ad isolarsi sta destabilizzando tutta l'area. Questo effetto non può piacere agli Usa di Trump e infatti avvertiamo l'inizio di una possibile divaricazione, mai accaduta prima, fra le visioni geopolitiche delle due nazioni da sempre amiche e alleate (quasi gemelle). Gli Usa di Trump hanno bisogno di pace in medio-oriente, anche per rilanciare il ruolo statunitense e tessere un asse d'affari che parte dall'India e passa per il Golfo persico. Trump vuole allargare la logica degli "Accordi di Abramo" e vuole un accordo stabile con l'Iran, quindi spinge per un nuovo equilibrio di pace, ma il Governo israeliano al contrario spinge per una guerra permanente anti-palestinese. Ci sono segnali che sembrano portare ad un prossimo rischio di Armagheddon anti-Israele: nuove armi cinesi d'avanguardia all'Egitto, una Turchia sempre più militarizzata, aggressiva e attiva in medio-oriente e nel golfo persico, il crescente pericolo dei missili che dal lontano Yemen riescono a colpire persino l'aereoporto di Tel Aviv, superando per la prima volta il poderoso scudo anti-missile israeliano che sembra oggi non essere più una garanzia per il futuro. Sono riusciti a volare per 2.200 kilometri senza essere intercettati. Sono missili ipersonici quelli yemeniti o al contrario missili a bassa tecnologia? Sono dati top secret, questi. Non lo sappiamo. Possiamo solo prevedere che il Presidente Netanyahu stia infilando lo Stato di Israele in un vicolo cieco che può essere molto pericoloso e difficilmente sostenibile nel lungo periodo. Un problema in più per tutti in un mondo sempre più fragile, instabile e pericoloso. L'affascinante "Moschera di Omar" o "Duomo della Roccia", già Chiesa di Santa Maria del Tempio per i primi cristiani e per i cavalieri templari ora purtroppo non è più simbolo universale di avvicinamento nel nome di Abramo e della fede monoteista ma di scontro cruciale e drammatico fra la rivendicazione islamica e il sogno del Terzo Tempio ebraico.