Elezioni Romania, vince il delfino di Georgescu Simion: la rivincita dell'ex candidato escluso per mai dimostrate ingerenze russe

Una notizia interessante, che sicuramente non piacerà agli araldi del pensiero unico

Alla fine, non senza notevoli difficoltà, il popolo della Romania è riuscito a imporre la propria volontà, se non altro quella elettorale. Infatti, ha trionfato in modo incontrovertibile, con un risultato davvero ragguardevole, Simion, quello che possiamo con diritto considerare il delfino di Georgescu. Il quale Georgescu, come sapete, era stato dichiarato fuori dai giochi, dopo che le elezioni da lui vinte erano state annullate a causa di presunte e mai dimostrate ingerenze russe. Il bello della cosiddetta democrazia europea consiste anche in questo, che le libere elezioni sono ammesse e celebrate, a patto che vincano le forze volute da Washington e da Bruxelles: in caso contrario, le elezioni sono annullate o, per evitare preventivamente che si addivenga a questo risultato, si dichiarano fuorilegge i partiti sgraditi, come potrebbe ora accadere in Germania per Alternative für Deutschland (partito che, oltretutto, non rappresenta nemmeno per sbaglio una deviazione rispetto all'ordine liberale e atlantista dominante). Adesso la Romania fa sentire la propria voce e riafferma con forza la propria volontà, opponendosi alle decisioni imposte dall'alto. Com'era prevedibile, subito i quotidiani più letti e soprattutto più venduti hanno starnazzato scompostamente parlando anche in questo caso di ingerenze russe: ormai dovrebbero saperlo anche i bambini, quando a vincere le elezioni sono forze sgradite a Washington e a Bruxelles, deve essere sempre e comunque colpa di Putin o magari anche di Xi Jinping. Non ci stupiremmo davvero se adesso i grigi tecnocrati delle classi dominanti decidessero di annullare nuovamente le elezioni in Romania, accampando non si sa bene quale scusa. L'abbiamo detto e vogliamo ripeterlo senza ambagi: quella che chiamiamo democrazia in Europa è oggi soltanto una plutocrazia neoliberale finanziaria a base imperialistica, l'autogoverno dei ceti dominanti.

Di Diego Fusaro