Il blackout in Spagna è la modernità che ci presenta il conto e ci obbliga a scendere a patti con chi ha l’energia, il resto sono frottole

Noi abbiamo bisogno di energia. Tanta. E oggi costa pure cara. Così se non abbiamo energia o non la sappiamo gestire nelle reti (sempre più stressate) succede quel che accade in Spagna e in Portogallo. Ed è il panico.

Volete la pace o il condizionatore acceso?”. Lo aveva detto quello bravo, quello che è impossibile toccare perché se la gioca alla pari con Dio. E forse, questi banchieri, si sentono un po’ Dio. Ma per fare il creato il Padreterno non ebbe problemi di energia: era lui l’energia.

Noi invece abbiamo bisogno di energia. Tanta. E oggi costa pure cara. Così se non abbiamo energia o non la sappiamo gestire nelle reti (sempre più stressate) succede quel che accade in Spagna e in Portogallo. Ed è il panico. Ci perdiamo perché non abbiamo più i punti cardinali di quella modernità che ci ha allevati come polli da batteria, tanto da non saper più sopravvivere al buio. Non abbiamo contanti perché il contante era stato demonizzato: il contante serve agli evasori e ai briganti; invece in Spagna serviva come il pane visto che le carte non funzionavano e nemmeno i bancomat erano attivi. Non c’è energia, quindi non vanno i mezzi pubblici: metro, tram, treni, aerei riposano a terra. Le macchine elettriche restano al palo, cioé alla colonnina con il cavo attaccato ma che non aspira nulla.

Le nostre case, così maledettamente connesse, diventano caverne: tutto spento. Nemmeno Alexa e Google hanno una risposta: ma che diavolo sta succedendo? La risposta certa non c’è, in questa epoca di certezze assolute ma fragili. <È stato Putin>. Già, vuoi non metterci un po’ di attualità in questo bordello inimmaginabile? Non vuoi metterci la scusa pronta, la pezza per non sentire il fiato sul collo di cittadini incazzati? . Poi però passano le ore e nessuno rivendica la soddisfazione di aver paralizzato due nazioni intere, aver gettato nel panico cittadini, aver fermato l’economia e pure la finanza.

Tutti giù per terra! Ma chi è stato? Non importa più. Ora riattaccate la corrente, cazzo! Ecco… prendete fiato e ditelo di nuovo: riattaccate la corrente! Altro che “Volete la pace o il condizionatore acceso”. Quando viene giù tutto ti accorgi che l’energia non basta mai. E allora a questo punto la domanda che il blackout spagnolo impone si salda con il blackout dell’industria tedesca o con i rincari delle bollette: punti di vista diversi che convergono sulla stessa questione, ossia che abbiamo bisogno di levare quel dito di polverosa retorica e guardare i fatti per quel che sono.

Il nostro mondo gira per effetto di una dinamo che trasforma le ingiustizie in necessità. Confiniamo Putin all’inferno ma di nascosto compriamo energia russa in quote crescenti, altro che l’impegno dell’Europa di fissare al 2027 la deadline “zero gas russo”. Ma per piacere! Noi continuiamo a comprare gas da Mosca, perché quel gas ci serve, ma non lo facciamo sapere. In Europa critichiamo Trump per la sua declinazione da businessman del mandato presidenziale ma almeno lui ci mette la faccia. Noi no, eppure continuiamo a triangolare con la Russia: gli acquisti europei di gas russo nel 2024 sono cresciuti del 18% rispetto all’anno precedente e sono stati pari a 21,9 miliardi contro gli aiuti all’Ucraina (al netto degli aiuti militari) che invece ammontavano a 18,7 miliardi. Nel 2024 il consumo di gas russo è stato di circa 45 miliardi di metri cubi, contro i 57 miliardi di metri cubi comprati dall’America. Il trend di acquisto Ue/Russia crescerà ancor più nel 2025 perchè già i dati di febbraio consolidano una curva di crescita rispetto allo stesso mese del 2023.

La cosa più impressionante è che questa ricerca di energia dai bocchettoni putiniani è assolutamente voluta ed è pure difficile da realizzare, in primis perché non abbiamo più la rete di approvvigionamento funzionante come prima della guerra in Ucraina (nel 2019 prendevamo da quel cattivone dello Zar - che già nel 2008 aveva fatto la guerra in Georgia e nel 2014 aveva annesso la Crimea e mandato le truppe nel Donbass - la bellezza di 179 mld di metri cubi di gas, pagati a prezzi che nessun concorrente era il grado di garantire così bassi!).

Il gas che stiamo prendendo dalla Russia non arriva più dal Northstream perché messo fuori gioco misteriosamente da un sabotaggio, non arriva più dal gasdotto Yamal e non arriva nemmeno il gas che transitava dall’Ucraina, quindi si può usare solo il Turkstream la cui portata è però limitata a 20 miliardi di metri cubi. Resisterà oppure in nome del puritanesimo contro quel dittatore di Erdogan fermiamo pure questo gasdotto? O ci inventiamo triangolazioni e navi fantasma che trasportano greggio e gas liquido dalla Russia?

La verità è che abbiamo bisogno di tantissima energia per far girare l’economia (e ancora non abbiamo fatto i conti con i cloud che alimentano i dati “cibo” dell’Intelligenza artificiale). E quella energia la dobbiamo andare a prendere da quelli che ce l’hanno.
Ps. E non abbiamo detto nulla sui microchip e sui minerali indispensabili per le industrie ad alto impatto tecnologico: chi estrae quei minerali? In quali condizioni umane? E con quale rispetto per l’ambiente?

di Gianluigi Paragone