“Macron si muoveva come un cardinale”, cosa c’è dietro l’amicizia di Emmanuel con Sant’Egidio (con il placet del cardinale Zuppi)

In questa operazione di allineamento Francia e parte del Vaticano, il presidente francese si appoggia molto sul fondatore della Comunità di Sant’Egidio, il quale sarebbe coperto dal presidente della Cei, monsignor Zuppi, in nome di un rinnovato protagonismo europeo

Ci sono due immagini: la prima è quella di un Macron che si agita tanto per conquistare uno spazio nella foto che farà il giro del mondo, così da poter affermare che lui conta ancora; la seconda è quella di Trump e Zelensky che si parlano, senza altri attorno. Cioé senza quegli altri attori non protagonisti (il presidente francese e il premier inglese Starmer) in cerca di una parte più importante da recitare.

, si stava dicendo insistentemente nella giornata del funerale. Ma cosa è successo perché poi la terza sedia fosse tolta? E, prima, chi aveva dato a Macron tanta “agibilità” come se fosse un padrone di casa? Le malelingue portano a un nome e ad un consenso implicito. Il nome è quello di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, con cui il Presidente aveva cenato venerdì sera. Il consenso è quello del cardinale in odor di papato Matteo Zuppi.

Ma facciamo un passo indietro. Macron e Starmer sono due leader in forte affanno in patria: la presidenza di Emmanuel è una stella sempre meno luccicante, la premiership dell’inglese invece ha perso smalto quasi subito. Eppure si sono messi in testa di voler giocare la partita del secolo, di voler rimettere sul piedistallo della storia la Francia e la Gran Bretagna sfruttando la guerra in Ucraina e la corsa al riarmo improvvisamente così in voga a Bruxelles. La cui presidente di Commissione - la signora Von Der Leyen - appare più una bella statuina che il leader di una Istituzione pesante sullo scacchiere globale.

In Francia ironizzano sul fatto che Macron sia convinto di parlare alla pari con lo Spirito Santo nel tentativo di favorire il cardinale di Marsiglia, Jean Marc Aveline. Ironie a parte, è vero che Emmanuel si è fatto un po’ di incontri con gli alti prelati per comprendere l’aria che tira. Arriviamo così all’amicizia forte tra Riccardi e il presidente.

In questa operazione di allineamento Francia e parte del Vaticano, il presidente francese si appoggia molto sul fondatore della Comunità di Sant’Egidio, il quale sarebbe coperto dal presidente della Cei, monsignor Zuppi, in nome di un rinnovato protagonismo europeo. In poche parole, l’idea della parte progressista in Vaticano è quella di arginare i sovranismi e di bloccare le spinte conservatrici anche all’interno della Chiesa: a tal fine l’uomo politico su cui puntare sarebbe Macron, poiché la Meloni è troppo amica di Trump (Riccardi non la sopporta). Non a caso la premier italiana è stata “esclusa” in quei minuti, proprio per lasciare più spazio al francese e di rimbalzo all’inglese. Trump, che non è fesso, non è caduto nel trappolone e - forte del dialogo con l’amica Giorgia, la quale gli aveva chiesto già alla Casa Bianca di non inasprire lo scontro con l’Europa e non escludere Zelensky - ha lasciato fuori i capi dei Volenterosi, mettendo così anche in fuorigioco (inconsapevolmente, sia chiaro) l’attacco Zuppi/Comunità di Sant’Egidio. Ma anche - a questo punto - radicalizzando le posizioni e - per quanto possibile - il peso degli Stati rispetto alla nomina del successore di Bergoglio. Non dimenticate le parole di Trump rispetto alla sua presenza al funerale di Papa Francesco: sono stato eletto da molti cattolici americani. Ed è vero. In più c’è il ruolo di Vance.

Altra domanda: perché Macron ha bisogno dell’appoggio della Comunità di Sant’Egidio? E perché, soprattutto, il presidente francese è disposto ad accettare le critiche in patria ( , gli stanno dicendo e scrivendo) pur di rafforzare questo legame con Riccardi (e Zuppi)? Un primo indizio porta all’Africa, cioè a quel Contintente dove la Francia ha lasciato un pessimo ricordo e tante questioni aperte negli Stati ex colonie, dove appunto si registrano le più cruente rivolte e dove i transalpini sono malvisti (eufemismo). L’Europa in Africa ha la voce e il volto della Francia, per questo Macron ha bisogno di essere coperto dal Vaticano. Così come il Vaticano ha bisogno di ripulire l’immagine della Francia in Africa, dove avanzano la Cina, la Russia, la Turchia e i sauditi.

di Gianluigi Paragone