Omicidio Thompson, richiesta pena di morte per Luigi Mangione, Procura Usa: “Rappresenta un pericolo futuro per lo Stato”

Il 26enne italo-americano è accusato di essere il killer del ceo di UnitedHealthcare. Pena capitale richiesta già il 1° aprile dopo l'indicazione dell'Attorney General Pamela Bondi

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha formalizzato la pena di morte per Luigi Mangione, il 26enne accusato dell'omicidio di Brian Thompson, amministratore delegato della divisione assicurativa di UnitedHealth Group, freddato il 4 dicembre scorso davanti all'hotel Hilton Midtown di Manhattan. Secondo la Procura, Mangione “rappresenta un pericolo futuro per lo stato”.

Pena di morte chiesta per Luigi Mangione, per Procura Usa “rappresenta un pericolo futuro”

La “notice of intent” – il documento con cui i procuratori federali avvisano formalmente la Corte della volontà di perseguire la condanna capitale – è stata depositata nel distretto meridionale di New York e porta con sé il peso politico e giudiziario di una decisione sollecitata direttamente dall’Attorney General Pamela Bondi. È stata proprio lei, infatti, a ordinare il 1° aprile ai pm federali di chiedere la pena di morte per Mangione.

Nel fascicolo di 16 pagine, i magistrati sostengono che l’imputato "presenta un pericolo futuro" per lo Stato. A supporto di questa tesi, viene citato un presunto movente ideologico: Mangione avrebbe voluto "colpire un intero settore industriale" – quello delle assicurazioni sanitarie private – con l’obiettivo di "fomentare l'opposizione sociale" contro il sistema.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il giovane avrebbe pedinato la vittima per diversi giorni prima di entrare in azione. L’omicidio, avvenuto in pieno centro a New York, è stato ripreso da telecamere di sorveglianza che mostrano un uomo incappucciato fuggire subito dopo gli spari. 5 giorni dopo, Mangione è stato arrestato in Pennsylvania: con sé aveva una pistola 9 mm dotata di silenziatore, abiti compatibili con quelli dell’assassino e un taccuino in cui, secondo la polizia, scriveva di voler "far fuori" un dirigente assicurativo.

Nelle prossime ore, Mangione comparirà davanti alla Corte federale per l’udienza di imputazione. Parallelamente, è coinvolto anche in un procedimento separato davanti alla giustizia statale di New York, dove ha già presentato dichiarazione di non colpevolezza.

Se dovesse essere riconosciuto colpevole in sede federale, il processo entrerà in una seconda fase, quella decisiva: una giuria dovrà esprimersi – all’unanimità – sulla possibilità di infliggere la pena capitale.