ReArm Europe, schiaffo dell'Eurocamera a von der Leyen: "Illegittimo scavalcare il Parlamento Ue per far approvare il piano di riarmo"
Dall'abuso dei DPCM di Conte durante la pandemia al tentativo di riarmo senza Parlamento: l'Ue prova a seguire la scorciatoia dell’emergenza, ma questa volta il Parlamento stesso blocca l'iter giuridico di von der Leyen
La commissione Juri del Parlamento Europeo ha bocciato all'unanimità la decisione di Ursula von der Leyen di aggirare il voto dell'Eurocamera, procedendo solo a quello del Consiglio, per far approvare il piano di riarmo europeo di 800 miliardi di euro. "L'articolo 122 del Tfue non è la base giuridica appropriata per questa proposta" è stato il parere della Commisione Juri. La decisione, seppure non vincolante, ha un forte significato politico per il futuro del ReArm Europe e la "follia bellicista" di von der Leyen.
ReArm Europe, schiaffo dell'Eurocamera a von Der Leyen: "Illegittimo scavalcare il Parlamento Ue per far approvare il piano di riarmo"
La Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri) del Parlamento Europeo ha espresso all'unanimità un parere contrario all'utilizzo dell'articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea (Tfue) per l'approvazione del piano di riarmo europeo ReArm Eu, promosso dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. L'articolo 122 cita "calamità naturali" e "circostanze eccezionali" che "sfuggono al controllo" del singolo stato affinché "il Consiglio, su proposta della Commissione" possa procedere a concedere "a determinate condizioni un'assistenza finanziaria". La Commissione Juri però si è espressa contro l'invocazione di tale articolo -che prevede di bypassare il voto del Parlamento- sulla proposta del Consiglio che istituisce lo strumento Safe, una delle basi economiche del piano Rearm Ue. Lo strumento economico è volto a fornire agli Stati membri fino a 150 miliardi di euro di prestiti per incrementare la spesa per la difesa. Tuttavia, la Commissione Juri ha ritenuto che le condizioni per invocare l'articolo 122 del Tfue non siano soddisfatte ed ha affermato che "non è base giuridica appropriata per questa proposta".
Il parere della Commissione Juri, sebbene non vincolante, rappresenta un segnale significativo. Adesso le opzioni per i promotori europei del piano di guerra sono due. La presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, potrebbe presentare un ricorso alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea o decidere di sottoporre la questione al voto dell'Eurocamera. In alternativa, la Commissione Europea potrebbe riconsiderare la base legale del ReArm Europe, che la costringa a passare necessariamente per il voto del Parlamento Europeo. Quali che siano le decisioni, rimane la consapevolezza che la Presidente della Commissione Europa ha subito un forte "schiaffo morale" da parte delle stesse istituzioni europee.
Le reazioni politiche sono state diverse. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha definito la bocciatura un "macigno politico" contro la Commissione Europea e ha annunciato che si opporrà al piano di guerra in tutte le sedi. I capigruppo M5s delle Commissioni Politiche Ue di Senato e Camera, Pietro Lorefice e Filippo Scerra hanno parlato di "bocciatura clamorosa della politica bellicista" di von der Leyen che "ora ha il dovere politico di ritirare il suo folle piano di riarmo". Anche la Lega ha criticato l'approccio della Commissione, definendolo una "scappatoia per sottrarsi al giudizio del Parlamento", l'eurodeputato della Lega Roberto Vannacci ha commentato: "Quando lo dicevo io ero un putinista!".
Tornano alla mente i tempi del Green pass e del Super Green pass: dal piano di riarmo all’emergenza che offusca i diritti fondamentali e la democrazia
Durante la pandemia del Covid-19, il governo Conte ha imposto restrizioni straordinarie attraverso l'abuso di DPCM, strumenti amministrativi privi del passaggio parlamentare, che hanno di fatto sospeso diritti costituzionali come la libertà personale, di movimento e di lavoro. Il lockdown, l'obbligo vaccinale per categorie strategiche e l'introduzione del Green pass –poi evoluto nel Super Green pass– hanno segnato un precedente in cui l'emergenza è diventata una giustificazione per concentrare il potere decisionale nell'esecutivo, escludendo il Parlamento dal confronto democratico. Oggi, con il piano ReArm Europe, si tenta un'operazione simile a livello europeo: usare l'articolo 122 del Tfue, previsto per le crisi, per approvare un maxi-fondo per il riarmo senza passare dall'Eurocamera. Ma il Parlamento Europeo ha deciso di fermare questa forzatura, tracciando una linea contro l'abuso della logica emergenziale come scorciatoia politica.