"Trump ha fermato piano di Israele di bombardare siti atomici dell'Iran a maggio", tycoon cerca accordo con Teheran per limitare suo programma nucleare

Secondo i media Usa Netanyahu avrebbe cercato di convincere il tycoon durante la sua visita lampo a Washington delle scorse settimane, ricevendo un secco no da the Donald che sarebbe più interessato a perseguire la via negoziale con l'Iran

Donald Trump ha bloccato un attacco dell'esercito Israeliano contro siti nucleari iraniani previsto per maggio con il supporto degli Usa. È quanto rivela la stampa statunitense che ha citato la mossa del tycoon legata alla volontà di riaprire il dialogo con Teheran e, in ultima istanza, limitare il suo programma nucleare. L'iniziativa di Trump è da leggere in un contesto di "avvicinamento" negoziale tra Usa e Iran sul tema del nucleare i cui colloqui proseguiranno nel loro secondo round sabato 19 aprile a Roma.

"Donald Trump ferma piano di Israele di raid contro siti nucleari iraniani previsto per maggio con supporto Usa"; l'obiettivo del tycoon è fermare il programma atomico di Teheran

Donal Trump ha bloccato un attacco di Israele sui siti nucleari iraniani. Lo schema dell'offensiva dello stato ebraico prevedeva una campagna di bombardamenti prolungata con un'incursione contro i siti nucleari sotterranei dell'Iran. Questo disegno, tuttavia, non sarebbe stato pronto prima di ottobre 2025, per questo motivo i leader militari di Tel Aviv avrebbero spinto Benjamin Netanyahu a preferire un assalto aereo più rapido che richiedesse il supporto logistico e difensivo degli Stati Uniti per anticipare il piano di attacco a maggio 2025. L'obiettivo israeliano era intaccare il programma nucleare iraniano e ritardare la produzione della bomba atomica che, secondo le dichiarazioni del direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi, sarebbe "non lontana". Secondo alcuni media statunitensi inoltre, la rapida visita del primo ministro israeliano Netanyahu a Washington dopo quella a Budapest sarebbe stata motivata proprio da questa ragione, ovvero convincere gli Usa a garantire l'efficacia dell'attacco contro l'Iran.

Il tycoon tuttavia non era d'accordo e dopo un intenso dibattito interno all'amministrazione in cui si alternano -tutt'ora- posizioni più dure ("falchi") ed altre più aperte al dialogo con l'Iran ("colombe"), alla fine ha prediletto la via diplomatica con Teheran, già inaugurata ufficialmente nel primo vertice bilaterale in Oman sul nucleare con la controparte iraniana. Subito dopo l'incontro con il tycoon il premier dello stato ebraico aveva dichiarato: "Un accordo con l'Iran funzionerà solo se permetterà ai firmatari di entrare, far esplodere gli impianti, smantellare tutte le attrezzature, sotto la supervisione americana e con l'esecuzione americana".

Un secondo round di consultazioni Usa-Iran sul nucleare è previsto questo sabato 19 aprile e avverrà nella capitale italiana. Ad incontrarsi saranno l'inviato speciale per gli Usa Steve Witkoff, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e il collega omanita Badr Albusaidi che svolgerà funzioni di mediazioni, presente anche il ministro degli esteri Antonio Tajani che incontrerà le tre personalità in incontri separati.