Dazi, speculazioni e la grande paura di Trump: il sospetto che agita Washington - RETROSCENA ESCLUSIVO

Dietro l'altalena dei mercati si profila uno dei sospetti più pesanti dell’era post-Covid: manovre pilotate dalla Casa Bianca per favorire operazioni miliardarie. Il timore di un'indagine che potrebbe scuotere l’intero sistema e portare all'impeachment

Nei corridoi di Washington e nelle chat cifrate dell’alta finanza circola da giorni un sospetto che ha il sapore di una bomba a orologeria: e se la Casa Bianca avesse usato la leva dei dazi non solo per motivi geopolitici, ma anche per alterare deliberatamente i mercati? La domanda non è solo teorica. Perché a insospettire osservatori e insider è la ripetitività con cui uno schema ben preciso si è presentato negli ultimi giorni.

Donald Trump è tornato alla Casa Bianca da pochi mesi, ma già la sua presidenza si è distinta per l’uso aggressivo del linguaggio economico. Al centro di tutto, ancora una volta, i dazi. Annunciati bruscamente in maniera pretestuosa, senza valide motivazioni economico-finanziare contro settori strategici o storici partner commerciali – spesso la Cina. Le borse reagiscono con crolli improvvisi, soprattutto nei comparti interessati. Poi, poche ore o giorni dopo, l'amministrazione corregge il tiro: i dazi vengono ritirati, posticipati o riformulati. I mercati rimbalzano. E qualcuno – pochi, pochissimi – incassa guadagni a due cifre.

Secondo fonti riservate, alcune di queste operazioni speculative avrebbero fruttato miliardi di dollari in pochissimo tempo. Non si tratterebbe solo di tempismo fortunato. Il sospetto, che agita ambienti democratici ma anche alcuni repubblicani dietro le quinte, è che informazioni riservate siano circolate prima degli annunci ufficiali. E che qualcuno, molto vicino al potere, ne abbia approfittato.

Il vero timore del presidente, raccontano fonti repubblicane riservate, non è tanto la reazione dei mercati o dei media, quanto l’eventualità che un'inchiesta – magari spinta dal deep state o da settori della magistratura federale – possa metterlo sotto accusa per manipolazione di mercato. Sarebbe uno scenario esplosivo: un presidente in carica coinvolto in una rete di speculazione istituzionale. Roba da impeachment.

In pubblico, Trump continua a difendere la sua linea con i partner commerciali, seppur i dazi siano stati temporaneamente sospesi. Ma dietro le quinte – secondo alcune fonti vicine al Congresso – starebbe valutando un riassetto interno alla Casa Bianca per blindare le informazioni sensibili e arginare le fughe di notizie. Un modo, forse, per prevenire nuovi sospetti. O per nascondere le tracce di quanto già accaduto.

Il vero punto, però, resta politico: se la politica commerciale viene usata come leva per pilotare le borse, allora si apre un fronte inedito. Perché non si tratterebbe più solo di conflitto d’interessi, ma di un uso sistematico del potere esecutivo per alterare – e monetizzare – l’economia globale.

Una vicenda che, se esplodesse, potrebbe riscrivere le regole del gioco. E mettere seriamente a rischio la permanenza di Donald Trump alla Casa Bianca.