La nuova "dottrina Trump": il patto segreto tra USA, Cina e Russia per ridisegnare il mondo
L’accordo riservato prevede tre sfere d’influenza: Washington ottiene Panama e Groenlandia, mentre dà via libera a Pechino su Taiwan e a Mosca sull’Ucraina. Ma la strategia rischia di indebolire l’America e rafforzare i suoi rivali
Fonti di intelligence di alto livello rivelano l’esistenza di intese in via di sviluppo tra Stati Uniti, Cina e Russia che potrebbero riscrivere l’ordine globale. La nuova "dottrina Trump" prevederebbe una spartizione del pianeta in tre grandi aree d’influenza, con gli USA pronti a ritirarsi dall’Europa e dall’Indo-Pacifico in cambio di un rafforzamento della propria posizione nell’emisfero occidentale.
Il piano segreto: chi guadagna cosa
Secondo fonti riservate, l’intesa prevederebbe:
Cina: mano libera su Taiwan e consolidamento della sua egemonia in Asia.
Russia: controllo sull’Ucraina e su parte dell’Europa orientale, con una NATO di fatto indebolita.
USA: piena influenza sulle Americhe, con un focus su Panama (cruciale per il Canale) e sulla Groenlandia (strategica per le rotte artiche e le risorse naturali).
Il patto, discusso in incontri segreti tra emissari delle tre potenze, sancirebbe la fine dell’ordine liberale post-1945, sostituito da un mondo diviso in sfere d’influenza come durante la Guerra Fredda, ma con confini ridisegnati.
Perché Trump lo vuole?
Gli analisti sostengono che l’obiettivo del presidente sia concentrare le risorse americane sulla sicurezza interna e sull’egemonia nelle Americhe, riducendo il coinvolgimento militare in guerre lontane. Il ritiro dalla NATO e dall’Asia, secondo questa visione, permetterebbe a Washington di evitare conflitti militari diretti con Russia e Cina, risparmiando risorse per rafforzare il dominio economico e militare nel proprio emisfero.
Il rischio di un boomerang strategico
Nonostante l’apparente pragmatismo dell’accordo, molti esperti di sicurezza vedono in questa strategia una trappola per gli USA:
L’abbandono dell’Europa lascerebbe un vuoto che Mosca colmerebbe rapidamente, riducendo l’influenza americana nel Vecchio Continente.
Il via libera alla Cina su Taiwan destabilizzerebbe l’Indo-Pacifico, spingendo Giappone e Corea del Sud a dotarsi di deterrenti nucleari.
Gli alleati storici di Washington potrebbero cercare nuove alleanze, riducendo il ruolo degli USA come potenza globale.
Con questi presupposti gli Stati Uniti rischierebbero di trasformarsi da superpotenza globale a potenza regionale, con effetti imprevedibili sul futuro dell’ordine mondiale. Le prossime mosse di Washington, Pechino e Mosca saranno cruciali per capire se il mondo sta davvero entrando in una nuova era di spartizione geopolitica.