I Brics, una speranza per il mondo intero: resistere al modello unico della globalizzazione americanocentrica è possibile e doveroso

L’Internazionale degli Stati disallineati sta provando, non senza fatica, a resistere al “cattivo universalismo” dell’imperialismo atlantista, vettore della globalizzazione finanziaria e dello sradicamento di tutti i popoli

Gli Stati che resistono alla civiltà del dollaro e ai fantomatici custodi del diritto e della democrazia si rivelano come l’equivalente funzionale delle prestazioni di senso del comunismo ormai defunto. Come la pur ambigua e contraddittoria presenza di quest’ultimo nel corso della Guerra Fredda, analogamente quella dei cosiddetti “Stati canaglia” (versione globale delle efferate proscrizioni di Silla condotte dall’imperialismo umanitario), di cui non si intendono certo sottovalutare i limiti spesso profondissimi, continua a segnalare il carattere non unico, né destinale del tecnocapitalismo uccidentale: e rende, eo ipso, possibile pensare un’alterità – rispetto sia al capitale, sia agli “Stati canaglia” stessi – in nome della quale orientare l’azione e la programmazione di futuri alternativi. Oltretutto, gli  “Stati disallineati” all’ordine mondiale washingtoniano sempre più si stanno organizzando secondo l’inedita figura di una Internazionale dei Paesi resistenti all’imperialismo americano-centrico, uniti non da altro se non dall’esigenza di cooperare – pur nella loro palese eterogeneità (dall’Iran alla Cina, dalla Russia al Venezuela – per porre in essere coralmente un nuovo κατέχον, una nuova “forza frenante” rispetto al mysterium iniquitatis della violenza umanitaria a stelle e strisce. Così si potrebbe, in effetti, intendere l’essenza e il modus operandi dei BRICS, sorti all’indomani della “crisi” finanziaria del 2007 e sempre più orientati a compiere l’esodo dai perimetri della “anglobalizzazione” liberal-finanziaria. Variando il tema di Fukuyama, se ne potrebbe inferire che a essere “finita” non è la storia qua talis, ma una storia precisa: quella del dominio monopolare atlantista così come si era venuto dispiegando dopo l’annus horribilis del 1989; dominio monopolare al quale, grazie all’operato dei BRICS e, principalmente della Russia e, ancor più, della Cina, si sta gradualmente contrapponendo un nuovo Welt-Dualismus che, nel mutato contesto storico, tende a produrre una configurazione del mondo multipolare o poliarchica analoga a quella dell’evo pre-1989. L’Internazionale degli Stati disallineati sta provando, non senza fatica, a resistere al “cattivo universalismo” dell’imperialismo atlantista, vettore della globalizzazione finanziaria e dello sradicamento di tutti i popoli.

Di Diego Fusaro.