Ucraina, Zelensky tenta il colpo di coda su Trump dopo stop aiuti Usa: “Pronti a firmare accordo su terre rare in ogni momento”
Senza gli aiuti militari Usa Kiev tentenna e tenta di riavvicinarsi alla Casa Bianca
"L'Ucraina è pronta a firmare in ogni momento l'accordo sulle terre rare con gli Stati Uniti", lo ha dichiarato il primo ministro ucraino Denys Shmygal in conferenza stampa a Kiev e lo ha confermato Zelensky in un post su X. L'annuncio arriva a seguito della decisione statunitense di bloccare le forniture di aiuti militari all'Ucraina, dopo lo scoppio della tensione diplomatica tra Zelensky e Trump.
Ucraina: "Pronti a firmare in ogni momento l'accordo"
Dopo lo stallo delle negoziazioni per la pace in Ucraina, Kiev è tornata con la coda tra le gambe a chiedere 'scusa' nella maniera preferita da The Donald, ovvero proponendogli un accordo economico. L'Ucraina si è infatti dichiarata pronta "a firmare l'accordo sulle terre rare". L'annuncio questa volta è arrivato prima dal premier ucraino Denys Shmygal che in conferenza stampa ha affermato che l'Ucraina "continuerà attraverso i canali diplomatici e gli altri canali disponibili" a collaborare con gli Stati Uniti per assicurare che entrambi i paesi siano allineati nella lotta "per una pace duratura".
L'annuncio del primo ministro ucraino arriva anche successivamente alla dichiarazione di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, di star "discutendo con i partner europei" la possibilità di sostituire gli aiuti militari americani. Una discussione che non deve aver portato ai frutti sperati considerata la rapida richiesta di 'scuse' agli Usa. Da una riunione a porte chiuse del Comitato per la sicurezza nazionale ucraino era emerso infatti che senza gli americani, Kiev avrebbe avuto un margine di sicurezza di circa 6 mesi.
Zelensky: "Vogliamo lavorare con gli Usa per un accordo"
Le parole del Presidente Zelensky sono invece arrivate successivamente tramite un post X. Il leader ucraino ha confermato l'intenzione di voler procedere al raggiungimento della pace attraverso la mediazione degli Usa: "Siamo pronti a lavorare rapidamente per porre fine alla guerra", ha detto, "le prime fasi potrebbero essere il rilascio dei prigionieri e la tregua nel cielo (divieto di lancio di missili, droni a lungo raggio, bombe sulle reti energetiche e altre infrastrutture civili) e la tregua in mare immediatamente, se la Russia farà lo stesso". Zelensky ha poi concluso sancendo la volontà di collaborare con gli Stati Uniti e citandoli direttamente: "Vogliamo procedere molto rapidamente in tutte le fasi successive e lavorare con gli Stati Uniti per concordare un solido accordo finale".
In relazione allo scontro alla Casa Bianca, Zelensky ha espresso dispiacere: "È spiacevole che si sia svolto in questo modo. È tempo di sistemare le cose", ricordando che per l'Ucraina "le cose sono cambiate quando il presidente Trump ha fornito i Javelin. Ne siamo grati". Zelensky ha poi citato direttamente il Presidente Trump: "Il mio team ed io siamo pronti a lavorare sotto la forte leadership del presidente Trump per ottenere una pace duratura.
Russia: "Stop alle armi spinge Kiev alla pace"
Il presidente degli affari esteri dell’Ucraina Oleksandr Merezhko ha paragonato la decisione degli Usa a Monaco '38, quando alla Germania di Hitler fu permesso di annettere la Cecoslovacchia occidentale: "Fermare gli aiuti significa aiutare Putin", ha detto, Gli Stati Uniti ci spingono alla capitolazione".
In questo scenario, l'aiuto dell'Europa a Kiev viene invece confermato con 30,6 miliardi di euro previsti per il 2025, con esborsi dallo strumento per l'Ucraina che dovrebbero raggiungere i 12,5 miliardi di euro e con esborsi di 18,1 miliardi di euro nell'ambito dell'iniziativa del G7.
Dal Cremlino sono subito arrivati commenti positivi sulla decisione di Trump di fermare la fornitura d'armi all'Ucraina, "potrebbe davvero spingere il regime di Kiev verso il processo di pace", ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.