Zelensky non fa ridere, non fa piangere, e il suo stesso parlamento non lo regge più
Ore pesanti per l'ex comico al servizio di Biden: nelle ultime ore è stato chiesto l'impeachment per buttarlo fuori e spedirlo in esilio, il più lontano possibile dall'Ucraina (chi ha detto Mario Draghi?)
Siamo sinceri, Zelensky non sta più sul cazzo solo al sottoscritto, ma al mondo intero. Sembra ieri che questo nano da giardino posava per Vogue e mandava videomessaggi al Festival di Sanremo, lui come quell'altro simpaticone giornalistucolo che ci trovavamo ogni due per tre in tutte le trasmissioni a farci la morale.
Per fortuna, la supercazzola che gli ha tirato Donaldone Trump ha scosso le coscienze abbastanza da far calare il velo delle menzogne.
Finalmente, anche chi prima non aveva il coraggio, oggi sembra aver trovato la forza di dire che lo trova un incapace, servo e, perché no, criminale.
Come lo stesso vice di Trump ha fatto notare, non sono stati gli americani ad arruolare con la forza i cittadini, così come non sono stati gli americani a sbattere in galera i dissidenti, o a chiudere i giornali che volevano la pace.
Così, dopo l'ultimo incontro a Washington, alla faccia della legge marziale, il deputato Dubinsky ha chiesto l'impeachment per il piccolo dittatore con l'accusa di "fallimento diplomatico", trovando - sembrerebbe - l'appoggio della quasi totalità dei parlamentari.
Fermo restando che, come già detto, essendoci la legge mariziale Zelensky potrà imporre con la forza la sua presenza, sono convinto che questa iattura che suonava il pianoforte con il pene, ce la ritroveremo a testa in giù come fu per Piazzale Loreto, con l'unica differenza che Mussolini, a differenza del nano ucraino, era una persona intelligente.
Ora, resta un solo dubbio. Mario Draghi, che ha detto una serie infinita di menzogne su questo conflitto, inclusa la famosa boutade dei condizionatori, qualcuno lo chiamerà per rendere conto agli italiani?