Zelensky mollato dagli Usa, nessun secondo incontro con Trump, il presidente ucraino a Londra da Starmer per supporto da Uk e Francia contro la Russia

Dopo lo scontro con Trump, Kiev cerca supporto in Europa. Zelensky vola a Londra, Starmer: "Portare avanti" l'azione sull'Ucraina e sulla sicurezza

All'indomani dei toni accesi dell'incontro-scontro con Donald Trump, il leader ucraino è volato a Londra per un incontro bilaterale con il premier britannico Keir Starmer che si terrà questo pomeriggio. 

Zelensky, il bilaterale anticipato a Londra con Starmer 

Dopo il duro scontro di ieri con il Presidente degli Stati Uniti che si è concluso con l'allentamento di Zelensky dalla Casa Bianca, il leader ucraino si è diretto dal premier britannico Starmer per un incontro bilaterale che si terrà questo pomeriggio. Domenica 2 marzo si terrà un vertice paneuropeo guidato da Londra ed esteso anche alla Turchia in cui si discuterà di difesa comune dell'Europa e di sicurezza ucraina.

Zelensky non si è scusato con Trump, che lo aveva invitato a ritornare "solo quando è pronto per la pace", ma oggi ha tentato il colpo di coda postando sul suo profilo X che gli Usa restano "un partner strategico dell'Ucraina" e si è detto "molto grato agli Stati Uniti per tutto il sostegno ricevuto, in particolare nei tre anni di guerra con la Russia". Il presidente ucraino ha anche sottolineato di voler "relazioni forti con l'America" purché caratterizzate da "obiettivi condivisi", riconoscendo che "senza l'aiuto americano sarà molto difficile respingere la Russia".

Stop agli aiuti Usa a Kiev, l'Europa con Zelensky contro la Russia

L'ipotesi di un risanamento delle relazioni Trump-Zelensky è, tuttavia, molto lontana, nel frattempo infatti gl "Stati Uniti potrebbero valutare anche lo stop agli aiuti indiretti a Kiev", come ha affermato un funzionario dell'amministrazione Trump dopo la lite in diretta tra i due leader. Tra gli appoggi indiretti statunitensi a Kiev si fa riferimento alla condivisione di informazioni di intelligence, ma anche finanziamenti militari, l'addestramento di truppe e piloti ucraini e l'uso di una base militare Usa in Germania.

L'Unione Europea si è schierata attorno a Zelensky, e proprio oggi a Londra il leader ucraino cercherà il suo appoggio. Il premier Starmer ha evidenziato "la necessità che l'Europa faccia la sua parte nella difesa e si faccia avanti per il bene della sicurezza collettiva", il che implica il "rafforzamento della posizione dell'Ucraina, incluso il continuo supporto militare e una maggiore pressione economica sulla Russia", all'interno del piano militare messo a punto congiuntamente con Parigi.

Dalla Russia, commenti duri sullo scontro Zelensky-Trump, la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova ha definito la visita di Zelensky negli Stati Uniti "un completo fallimento", sottolineando che "il presidente ucraino è ossessionato dalla continuazione" del conflitto ucraino.

I retroscena dell'incontro-scontro a Washington

Nel frattempo sono trapelate rivelazioni su quello che sarebbe successo a telecamere spente durante il bilaterale tra Zelensky e Trump. Il programma prevedeva una conferenza stampa, la firma dell’accordo sulle terre rare e una colazione offerta in onore della delegazione ucraina. Quello che è successo è che a seguito dell'incontro ripreso anche dai media nello Studio Ovale, la delegazione ucraina ha atteso un'ora e mezza prima le decisioni dell'amministrazione Trump, poco dopo poi il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e il segretario di Stato Marco Rubio "sono usciti dall'Ufficio Ovale, si sono diretti verso il luogo in cui si trovava Zelensky e gli hanno chiesto di andarsene".

Il senatore repubblicano Lindsey Graham, tra i più stretti alleati del presidente Usa, aveva avvisato il leader ucraino di "non abboccare" e di "parlare di cose positive". Ora, lo stesso, non si dice più così sicuro di poter "fare affari con Zelensky".

Trump sarebbe stato irritato fin da subito dall'abbigliamento di Zelensky, un dettaglio "piccolo ma non insignificante" che ha indispettito il Presidente Usa che aveva deriso il leader ucraino al suo arrivo dicendo: "è tutto elegante oggi".