Zelensky rompe con Trump, dietro le quinte il gioco di Francia e UK. Ora l’UE teme la crisi con Washington - RETROSCENA -
Fonti di intelligence rivelano il ruolo di Londra e Parigi nel sostegno a Kiev, ma senza gli Stati Uniti l’Europa rischia di non reggere. Mosca osserva e attende prima di compiere mosse decisive
Ci sarebbe lo zampino di Macron e Starmer dietro la clamorosa rottura Trump-Zelensky. Secondo informazioni raccolte in ambienti di intelligence europei e americani, la clamorosa rottura tra il presidente ucraino e Donald Trump non è avvenuta nel vuoto. Dietro questa mossa ci sarebbe il sostegno (implicito ma sostanziale) di Francia e Regno Unito, che avrebbero rassicurato Zelensky sulla solidità dell’appoggio occidentale, indipendentemente dall’esito delle elezioni presidenziali americane. Ma ora l’Unione Europea si trova di fronte a un dilemma: senza un asse saldo con Washington, i margini di manovra per sostenere Kiev si riducono drasticamente.
L’operazione anglo-francese e il rischio calcolato di Zelensky
Fonti ben informate riferiscono che negli ultimi mesi Londra e Parigi hanno intensificato i loro contatti con l’amministrazione ucraina, promettendo supporto politico e militare anche nel caso di una uscita di scena degli States dalla coalizione anti Putin. L’idea di fondo era quella di rendere Kiev meno dipendente dalle scelte americane, rafforzando il pilastro europeo del sostegno all’Ucraina.
Secondo fonti della sicurezza occidentali, Zelensky avrebbe considerato queste rassicurazioni sufficienti per prendere le distanze da Trump. Ma la scommessa potrebbe rivelarsi rischiosa: il sostegno europeo da solo potrebbe non bastare.
L’UE divisa e la dipendenza dagli Stati Uniti
A Bruxelles la situazione è chiara: l’Europa non ha la capacità, né politica né militare, di gestire la crisi ucraina senza gli USA. Le forniture di armi, la logistica e persino l’addestramento delle truppe di Kiev dipendono in larga misura dagli americani. Senza una solida intesa con Washington, il rischio è che l’UE si trovi impantanata in un conflitto che non può sostenere autonomamente.
Nonostante l’attivismo di Macron e Starmer, a Berlino e in altre capitali europee prevale un atteggiamento più prudente. La Germania, in particolare, teme che un’eccessiva esposizione sulla questione ucraina senza il paracadute americano possa danneggiare la sua economia e le relazioni con Washington.
Putin osserva e aspetta
Nel Cremlino la situazione viene osservata con attenzione. Secondo fonti dell’intelligence occidentale, Mosca considera questa frattura tra Kiev e Trump un’opportunità. Se l’Occidente appare diviso, il Cremlino può riorganizzare la sua strategia senza la stessa pressione diplomatica e militare.
L’idea, secondo analisti della sicurezza, è che Putin possa attendere il risultato delle "consultazioni" occidentali in corso prima di compiere mosse decisive. Se l'Europa dovesse rompere con gli Usa, l’opzione di un negoziato a condizioni favorevoli o il prosieguo del conflitto con la possibilità concreta di vincerlo per la Russia potrebbero diventare opzioni molto più concrete.
La partita di Kiev
Per l’Ucraina, il quadro si fa sempre più complesso. Se l’Europa non sarà in grado di costruire un asse solido con Washington, il rischio per Zelensky è di trovarsi isolato. Da qui la necessità, secondo fonti diplomatiche, di un intenso lavoro per rassicurare sia gli europei che gli americani sulla stabilità dell’alleanza occidentale.
A Kiev si continua a confidare nel sostegno europeo, ma senza gli Stati Uniti, il peso politico e militare dell’UE rischia di non essere sufficiente. E questo è esattamente il tipo di scenario che Vladimir Putin sperava di vedere realizzarsi.