21 Febbraio 2025
Zelensky e Trump, fonte: Facebook, @adnkronos
Gli Usa hanno detto no alla risoluzione Onu contro l'"aggressione russa" in Ucraina. La risoluzione che arriva quasi a 3 anni di distanza dall'inizio della guerra in Ucraina, sostiene l'integrità territoriale del Paese e condanna l'aggressione russa. Ma gli Stati Uniti hanno ormai preso posizioni, come confermano le parole di Trump su Zelensky. Allo stesso tempo Washington si è rifiutata di firmare il documento finale del G7 nel quale si definisce la Russia Stato aggressore.
Si tratta della prima volta dall'inizio del conflitto che gli Usa dicono no alla risoluzione Onu. Anche perché fino ad un mese fa era in carica l'ex presidente Biden, il più "generoso" tra i presidenti con l'Ucraina in fatto di soldi e armi.
Gli Stati Uniti si rifiutano di chiamare la Russia Stato aggressore, anche perché sono in corso importanti negoziati proprio sull'asse Mosca-Washington per arrivare alla pace in Ucraina. Per questo motivo gli Usa non hanno firmato la dichiarazione del G7 che verrà rilasciata in occasione del terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.
Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Mike Waltz ha invitato Kiev ad "esaminare attentamente la situazione" e a "firmare l’accordo" sui minerali strategici proposto dagli Stati Uniti. Waltz ha definito "inaccettabile" la "cattiva pubblicità" del governo di Kiev nei confronti del presidente americano, evocando "tutto ciò che gli Stati Uniti hanno fatto per l’Ucraina".
Le dichiarazioni sono arrivate poco prima dell'incontro a Kiev tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l'inviato speciale americano per il conflitto russo-ucraino Keith Kellogg.
Il presidente americano Donald Trump aveva definito Zelensky un dittatore e comico mediocre che "rifiuta di indire elezioni, è molto giù nei sondaggi ucraini e l'unica cosa in cui è stato bravo è l'aver suonato Biden come un violino".
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