Serbia, dimissioni del premier Vučević “per disinnescare tensioni” dopo mesi di proteste anti-corruzione per incidente a Novi Sad

Il primo ministro serbo ha ceduto alle pressioni dei manifestanti che da novembre stanno paralizzando il Paese

Miloš Vučević, primo ministro della Serbia, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico in seguito all'ondata di proteste anticorruzione che ha attraversato il Paese negli ultimi tre mesi.

Le manifestazioni contro l’esecutivo serbo hanno preso piede dopo il crollo del tetto di una stazione ferroviaria nella città di Novi Sad, un avvenimento che ha causato 15 morti e scatenato manifestazioni in tutto il paese. Soprattutto studenti, insegnanti e personale statale hanno portato avanti le richieste di dimissioni che Vučević è stato costretto a comunicare dopo che già due ministri avevano lasciato i rispettivi incarichi nelle scorse settimane.

Manifestazioni scoppiate dopo l'incidente di Novi Sad

Dopo il crollo del tetto di una stazione ferroviaria a Novi Sad si erano formate le prime piccole manifestazioni che poi si sono allargate a tutto il Paese e si sono trasformate in una mobilitazione di massa che ha raggiunto anche le strade di Belgrado. Studenti, insegnanti e lavoratori hanno affollato le strade della capitale accusando il governo del presidente Vučević di corruzione.

"Ho scelto di compiere questo passo per allentare le tensioni", ha dichiarato Vučević durante una conferenza stampa, annunciando anche le contestuali dimissioni del sindaco di Novi Sad. "Con questo, abbiamo soddisfatto tutte le richieste dei manifestanti più radicali".

La settimana scorsa gli studenti avevano organizzato anche blocchi stradali nella capitale Belgrado. A Novi Sad, luogo della tragedia che ha fatto scoccare la scintilla delle proteste, tre manifestanti sono invece stati aggrediti lunedì. Secondo i quotidiani locali gli autori dell’aggressione sarebbero stati dei membri del Partito Progressista Serbo (SNS) di Vučević, che ha annunciato l’apertura di un’indagine.

Vučević denuncia delle presunte interferenze straniere

Nei giorni scorsi l’ormai ex premier serbo aveva attribuito l’origine delle proteste a delle presunte interferenze straniere, senza fornire prove a sostegno delle sue affermazioni.

Il governo di Vučević, il cui partito ha vinto le elezioni anticipate del 2023, si trova sotto una forte pressione da parte degli elettori, dei partiti di opposizione e di svariate organizzazioni per i diritti umani che lo accusano di corruzione e legami con la criminalità organizzata, accuse che l’ex primo ministro ha rinviato al mittente.

Vučević è considerato l’uomo forte della Serbia per via dei suoi legami con la Russia e per la sua capacità di tessere legami anche con l’UE. Il suo Paese punterebbe all’ingresso nell’Unione Europea, previa normalizzazione dei rapporti della Serbia con il Kosovo, ex provincia serba a maggioranza linguistica albanese che ha proclamato l’indipendenza nel 2008.