Google e LinkedIn tagliano i programmi di fact-checking e censura delle notizie sulla scia di Meta, il gigante del web: "Servizi non efficaci"

Google e Linkedin hanno annunciato che non si conformeranno alle norme europee del Digital Services Act perché “non si adattano agli algoritmi usati”

Dopo Meta, anche Google e LinkedIn hanno scelto di abbandonare gli impegni legati al fact-checking contro la disinformazione online.

In una lettera indirizzata a Renate Nikolay, responsabile dei contenuti e della tecnologia della Commissione Europea, il presidente degli affari globali di Google Kent Walker ha dichiarato la posizione dell’azienda americana, che “"non si impegnerà a rispettare i requisiti di fact-checking perché non sono appropriati o efficaci per i nostri servizi".

Google e LinkedIn tagliano i programmi di fact-checking

Google ha quindi annunciato il ritiro di tutti gli impegni di fact-checking previsti dal Codice di condotta contro la disinformazione, parte integrante del Digital Services Act, il quadro di cooperazione adottato nel 2022 tra la Commissione, l'UE e le autorità nazionali per garantire che le piattaforme rispettino i propri obblighi.

Sulla stessa linea di Google e di meta, anche la piattaforma LinkedIn, controllata da Microsoft, ha fatto sapere che le norme della regolamentazione europea non sono compatibili con il “profilo di rischio” della piattaforma.

La decisione ha suscitato forte preoccupazione. L’European Fact-Checking Standards Network si è detto “allarmato” dalla mossa di Google e LinkedIn, definendo il loro ritiro estremamente preoccupante. Il Codice di condotta, sottoscritto da 40 piattaforme – tra cui Microsoft, TikTok, Twitch e Meta – sembra ora in una fase di graduale smantellamento.

Effetto domino iniziato con Meta

Meta ha segnato il primo passo di questa spirale, già anticipata con X (ex Twitter) dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk, che ha licenziato gran parte del team di moderazione, affidando agli utenti il controllo della veridicità dei contenuti. Anche Meta ha scelto di allinearsi a questa filosofia. In un video, Mark Zuckerberg ha spiegato: "Ecco cosa faremo. Per prima cosa, ci libereremo dei fact-checker e li sostituiremo con note della comunità simili a X".

Zuckerberg ha inoltre definito il recente cambio di approccio culturale come un punto di svolta verso una maggiore libertà di espressione, con politiche semplificate e un ritorno ai valori fondanti delle piattaforme: “Le recenti elezioni sembrano anche un punto di svolta culturale verso la libertà di parola. Quindi torneremo alle nostre radici e ci concentreremo per ridurre gli errori, semplificare le nostre politiche e ripristinare della libera espressione sulle nostre piattaforme".

La nuova policy verrà inizialmente applicata negli Stati Uniti, mentre i tempi di estensione ad altri paesi rimangono incerti.