Canada, dimissioni di Justin Trudeau, crisi nel partito liberale su risposta ai dazi di Trump, elezioni a ottobre e possibile svolta a destra

Il primo ministro canadese ha annunciato le dimissioni, la crisi politica è stata accentuata dalla rielezione di Donald Trump

Il primo ministro canadese e presidente del Partito liberale canadese Justin Trudeau ha annunciato oggi le sue dimissioni, che diverranno effettive quando, afferma lo stesso Trudeau, “il partito avrà scelto il suo prossimo leader a seguito di un processo rigoroso e competitivo”.

 Le dimissioni hanno scatenato un terremoto politico in Canada, proprio quando il paese si appresta ad assumere la presidenza del G7. La pressione attorno a Trudeau stava salendo da mesi e molti, anche all’interno del suo partito, chiedevano le sue dimissioni, in particolare da quando Donald Trump è stato rieletto presidente degli Stati Uniti lo scorso novembre 2024.

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Lo spettro della guerra commerciale con gli USA

Trump, che assumerà formalmente la carica di nuovo presidente il 20 gennaio, ha promesso di imporre non appena salirà al potere dei dazi doganali al 25% per il Canada. Una misura che ha fatto molto discutere, visto che il Canada esporta il 75% dei suoi beni proprio negli USA.

Una guerra commerciale che Trudeau aveva tentato di evitare tentando una mediazione lo scorso novembre, proprio durante un incontro con il futuro presidente americano nella sua proprietà di Mar-a-Lago in Florida. Un tentativo che Trump non ha accolto, moltiplicando le dichiarazioni umilianti nei confronti del leader canadese.

Proprio su questo tema la maggioranza in Canada si è spaccata, gettando le basi per la crisi politica attuale. La sua impopolarità è cresciuta negli ultimi mesi proprio nel corso del dibattito sulla risposta da dare agli Stati Uniti, tanto da provocare lo scorso dicembre le dimissioni con forti polemiche da parte di Chrystia Freeland, ex-ministra delle finanze.

Nuove elezioni a ottobre

Adesso si aprono diversi scenari. I principali partiti di opposizione hanno preannunciato la presentazione di una mozione di sfiducia alla Camera bassa, dove il partito liberale di Trudeau è in minoranza, con l’obiettivo di forzare delle elezioni anticipate. Le sedute parlamentari dovrebbero ricominciare il 27 gennaio. Nel caso in cui la mozione di sfiducia non dovesse essere votata, si apre la strada per le elezioni generali il prossimo ottobre.

Pierre Poilievre, leader del Partito conservatore canadese all'opposizione che stando ai sondaggi è oggi il favorito alle prossime elezioni ha chiesto di indire al più presto le elezioni federali.

Tra le possibili candidate a raccogliere lo scettro di presidente del partito liberale di Trudeau c’è anche la ministra degli Esteri Melanie July, che negli ultimi mesi ha moltiplicato le uscite pubbliche, soprattutto sui media internazionali.

Justin Trudeau era arrivato al potere nel 2015 e soffriva di un notevole calo di popolarità negli ultimi mesi, soprattutto a causa della forte inflazione e della crisi dei servizi pubblici.

Figlio dell’ex primo ministro Pierre Elliott Trudeau, Justin Trudeau era entrato in politica nel 2007 ed era stato eletto consigliere comunale di Montréal nel 2008 prima di diventare capo del Partito liberale nel 2013.