Elezioni in Croazia, presidente uscente filorusso Zoran Milanovic vince il primo turno delle presidenziali con il 49%, 12 gennaio il ballottaggio
Con il 49,12% Milanovic si aggiudica il primo turno delle elezioni presidenziali, superando il candidato conservatore Primorac, fermo al 19%
Il presidente in carica della Croazia, il socialdemocratico Zoran Milanović si aggiudica il primo turno delle elezioni presidenziali con il 49,12% dei voti, e un grande distacco nei confronti dello sfidante principale, il conservatore Dragan Primorac, che ha ottenuto il 19,38%. Il presidente uscente non è riuscito però a chiudere subito la partita, mancando di un soffio la soglia del 50% dei consensi.
Il presidente uscente filorusso Zoran Milanovic vince il primo turno delle elezioni presidenziali in Croazia con il 49% dei voti
Milanovic, che è stato primo ministro tra il 2011 e il 2016, è sostenuto nella corsa al secondo mandato dal Partito Socialdemocratico croato (SPD), che al momento si trova all'opposizione in Parlamento, nella Coalizione Restart (formata in occasione delle elezioni del 2020, dai partiti del centrosinistra). Il candidato rivale, l'ex ministro della Scienza Primorac, è sostenuto dal partito conservatore Unione democratica croata (HDZ), che attualmente guida il governo del paese con il sostegno del Movimento Patriottico (DP).
Per vincere le elezioni al primo turno sarebbe stato necessario il raggiungimento della soglia del 50%. Dai sondaggi nessuno degli altri sei candidati aveva alcuna reale possibilità di raggiungere il secondo turno, fissato al 12 gennaio 2025 e in cui si sfideranno Milanovic e Primorac (unici due ritenuti capaci di raggiungere la soglia richiesta dalla legge elettorale).
Le elezioni presidenziali in Croazia non sono solamente uno scontro per l'assegnazione del ruolo
Queste elezioni non riguardano esclusivamente il ruolo della presidenza della Repubblica croata, ma permettono di porre lo sguardo anche sullo schieramento che l'elettorato avrebbe voluto mantenere in ottica estera: il presidente in Croazia non dispone di grandi poteri, ma ha un'enorme esposizione politica, in particolar modo per ciò che concerne la linea in ambito internazionale. Ecco che lo scontro elettorale si trasforma, allora, in un vero e proprio scontro politico dove il candidato più popolare della Croazia, l'attuale 58enne capo di Stato, rappresenta la linea maggiormente antiatlantista e contraria al sostegno europeo per la fornitura delle armi a Kiev, mentre il rivale, sostenuto dal primo ministro in carica Andrej Plenkovic (HDZ), tenta da tempo di dipingere il volto del paese come nettamente schierato sui ranghi europeisti e della Nato.
Milanovic è infatti stato un feroce critico dell'attuale premier Andrej Plenkovic e i continui battibecchi tra i due hanno segnato ultimamente la scena politica croata. Lo stesso Plenkovic ha cercato di dipingere il voto delle elezioni presidenziali come una manifestazione espressa dai cittadini sul futuro della Croazia nell'Ue e nella Nato, definendo Milanovic "filorusso" e "una minaccia per la posizione internazionale del Paese". Anche se la presidenza è una carica in gran parte cerimoniale in Croazia, un presidente eletto detiene l'autorità politica e agisce come comandante militare supremo. Ridefinire le elezioni presidenziali come uno scontro valoriale attorno alle grandi tematiche internazionali, può aver scoraggiato gli stessi elettori a presentarsi alle urne: l'affluenza si è attestata al 46,03% (con poco più di 1,6 milioni di votanti su 3,5), cinque punti percentuali in meno rispetto alle scorse elezioni del 2020.
Il vincitore del primo turno ha criticato duramente, in diverse occasioni, la fornitura di armi della Nato e dell'Ue all'Ucraina e ha spesso insistito sul fatto che la Croazia non dovrebbe prendere posizione, affermando che il Paese dovrebbe stare lontano dalle dispute globali, nonostante sia membro di entrambe le alleanze. Milanovic ha anche bloccato la partecipazione della Croazia a una missione di addestramento guidata dalla Nato per Kiev, dichiarando che "nessun soldato croato prenderà parte alla guerra di qualcun altro".
La candidatura di Primorac alla presidenza è stata inficiata anche da un caso di corruzione di alto livello che il mese scorso ha portato in carcere il ministro della Sanità croato e che ha avuto un ruolo di primo piano nei dibattiti pre-elettorali. Al terzo posto nei sondaggi pre-elettorali si trovava Marija Selak Raspudic, una candidata conservatrice indipendente, fermata, come previsto, al 9,37% (appena sopra il candidato degli ecologisti di Possiamo!). La sua campagna elettorale si è concentrata sui problemi economici dei cittadini comuni, sulla corruzione e su questioni come il calo demografico nel Paese.
Il 12 gennaio si terrà il ballottaggio per il secondo turno delle elezioni presidenziali in Croazia, la sfida tra Milanovic e Primorac
Le elezioni presidenziali di domenica sono il terzo voto di quest'anno in Croazia, dopo le elezioni parlamentari di aprile e le votazioni per il Parlamento europeo di giugno. Si attenderà nei prossimi giorni il risultato elettorale del ballottaggio. Resta però chiaro, anche per mezzo dei sondaggi, quale sia la posizione che i cittadini dei paesi europei stiano adottando nei confronti delle guerre e delle sfide globali, allontanandosi sempre maggiormente dall'Ue e dall'alleanza atlantica.