Israele bombarda la Siria, Netanyahu approva un piano per l'espansione delle colonie sul Golan, tensione alle stelle in Medio Oriente
Netanyahu approva un piano per raddoppiare la popolazione israeliana sulle alture del Golan occupate nonostante la promessa di pace del capo dei ribelli siriani Abu Mohammad al-Jolani
Mentre l’esercito israeliano bombardava decine di siti strategici in Siria, il primo ministro Benjamin Netanyahu annunciava l’approvazione di un piano per espandere le colonie costruite sulle Alture del Golan, situate sul territorio siriano, ma annesse da Israele nel 1981.
II ministro della difesa israeliano Israel Katz ha infatti affermato che le truppe israeliane rimarranno nella buffer zone delle Alture del Golan per tutto l’inverno e che proteggeranno le posizioni conquistate nell’ultima settimana, in particolare sul monte Hermon, in Siria. Katz ha fatto sapere che a causa dei recenti avvenimenti in Siria “è di enorme importanza per la sicurezza mantenere la vetta”.
Nonostante il leader dei ribelli siriani Abu Mohammed al-Jolani abbia mandato dei segnali distensivi al governo israeliano sulle sue intenzioni di non entrare in guerra con lo Stato ebraico e di preferire la “via diplomatica” ad “avventure militari sconsiderate”, l’esercito israeliano durante l’arco dello scorso fine settimana ha colpito diversi siti strategici per l’esercito siriano, bombardando diversi quartier generali, radar e depositi di armi.
Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani Israele ha sparato 61 missili contro siti militari siriani in meno di cinque ore.
Le reazioni diplomatiche
L’annuncio del piano di Netanyahu di supportare l’insediamento di coloni in un’area che Israele occupa dal 1967 ha scatenato le reazioni dei diplomatici. L’Arabia Saudita ha condannato lo Stato ebraico e ha definito la sua occupazione del Golan come un “sabotaggio che impedisce di restaurare la sicurezza e la stabilità in Siria”.
Ma Netanyahu ha giustificato la sua azione esprimendo preoccupazione per la sicurezza dello Stato ebraico. “Rafforzare il Golan significa rafforzare lo Stato di Israele, ed è particolarmente importante in questo momento. Continueremo a tenerlo, a farlo fiorire e a stabilircisi”, ha affermato nella dichiarazione.
Perché le alture del Golan sono un punto strategico
Lo Stato israeliano ha annesso le Alture del Golan, al confine con la Siria, nel 1981, a seguito del tentativo dell’esercito siriano di recuperarne il controllo con un attacco a sorpresa nel 1973.
L’occupazione è illegale secondo il diritto internazionale, ma la prima amministrazione di Trump ha riconosciuto la rivendicazione di Israele sulle zone contestate.
Il monte Hermon, che era demilitarizzato e pattugliato dalle force di peacekeeping dell’Onu fino alla settimana scorsa e parte della buffer zone tra la Siria e Israele, è un punto di particolare interesse strategico. Con una vetta di 2,814 metri è il punto più alto tra lo Stato ebraico e la Siria e permette a chi lo detiene di controllare l’area circostante. Si trova a soli 25 kilometri da Damasco.
Da decenni Israele aveva assunto il controllo delle pendici del monte Hermon, addirittura permettendo l’apertura di una stazione sciistica, senza mai riuscire ad allargare il suo controllo alla vetta che comunque restava nel territorio siriano.
Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, in un video diffuso pochi giorni dopo che Israele ha colpito centinaia di obiettivi in Siria e preso il controllo della zona cuscinetto demilitarizzata, ha affermato: “Non abbiamo intenzione di intervenire negli affari interni della Siria”. Tuttavia, ha aggiunto: “Ma certamente intendiamo fare tutto il necessario per occuparci della nostra sicurezza”.