Netanyahu alla nazione: "Stiamo ridisegnando il Medio Oriente", intanto Israele bombarda la Siria 480 volte in 48 ore

Distrutte circa l'80% delle capacità militari siriane

In un'escalation improvvisa ordinata da Benjamin Netanyahu, Israele ha colpito la Siria con 480 bombardamenti in meno di due giorni, infliggendo danni devastanti alle infrastrutture militari del Paese, in primis operando la distruzione sistematica dell’80% delle infrastrutture militari siriane. L’esercito israeliano ha inoltre occupato il versante siriano delle alture del Golan. Il premier Benjamin Netanyahu ha descritto questa mossa come cruciale per la sicurezza nazionale, affermando che Israele stia "cambiando il volto del Medio Oriente". "Le Alture del Golan - ha scandito - saranno per sempre parte inseparabile dello Stato di Israele", ha aggiunto il primo ministro israeliano.

Gli attacchi, confermati dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, hanno colpito aeroporti, centri di ricerca, depositi di munizioni e postazioni radar. Tra i bersagli più significativi figura il centro scientifico di Barzeh, a Damasco, già associato a sospetti programmi di armi chimiche. Fonti militari hanno rivelato che la marina siriana è stata quasi completamente neutralizzata, con raid mirati nel porto di Latakia e nella baia di Minet el-Beida.

Netanyahu ha rivendicato i successi militari come parte di una strategia mirata a smantellare "l’asse del male" rappresentato da Hamas, Hezbollah e l’Iran. "Abbiamo lavorato in maniera metodica e prudente per garantire la sicurezza di Israele", ha dichiarato, ringraziando anche l’ex presidente americano Donald Trump per il riconoscimento della sovranità israeliana sul Golan nel 2019. Gli Stati Uniti, pur definendo l’occupazione del Golan "una mossa temporanea e difensiva", hanno sottolineato la necessità di evitare che il vuoto lasciato dall’esercito siriano sia riempito da organizzazioni terroristiche.

Le reazioni internazionali e l'opposizione dell'Onu alla strategia offensiva israeliana

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. La Turchia ha accusato Israele di perpetrare una "mentalità di occupazione", mentre l’Iran ha denunciato il "silenzio complice" delle potenze occidentali. A Damasco, intanto, il nuovo governo transitorio guidato da Muhammad al-Bashir, sostenuto da forze jihadiste, si prepara a governare una Siria profondamente indebolita.

Le alture del Golan rappresentano un territorio occupato. Siamo contrari a questo tipo di attacchi e all’invasione del territorio della Siria”. Lo ha ribadito il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, confermando la linea ostile delle Nazioni Unite alla strategia di guerra preventiva adoperata da mesi da Israele.

Assad è caduto, mezza Ue congela le richieste di asilo ai siriani, non più profughi di guerra

Nel frattempo, caduto il terribile ed oppressivo regime di Assad, non c'è più ragione di permettere ai profughi siriani di fuggire in Europa e di ottenere qui il diritto d'asilo. E così, che la libertà è finalmente conquistata per il popolo siriano, Germania, Italia, Francia, Austria, Regno Unito e molti altri paesi del Vecchio Continente hanno bloccato la procedura di richiesta di asilo da parte dei profughi siriani. "Tornate nella Siria libera", è stato l'invito ai profughi che i ribelli vittoriosi hanno rivolto ai più di 12 milioni di siriani, tra coloro che sono all’estero e gli sfollati in Siria.

Israele, che ha già inflitto colpi decisivi a Hamas e Hezbollah, sembra intenzionato a resettare tutti gli equilibri di potere in Medio Oriente, imponendo un dominio strategico senza precedenti nella regione. L’intensità dell’offensiva e la violazione delle linee stabilite dagli accordi internazionali rischiano di amplificare le tensioni nella regione.