Covid, Congresso Usa: "Virus prodotto artificialmente da un laboratorio a Wuhan in Cina, ha un genoma non presente in natura"
Il nuovo rapporto del Congresso Usa conferma: "Covid prodotto in laboratorio", la Cina smentisce: "Rapporto privo di credibilità, manipolazione politica"
Il Congresso Usa nel nuovo rapporto sul Covid conferma: "Virus prodotto artificialmente da un laboratorio a Wuhan in Cina, ha un genoma non presente in natura", Pechino smentisce: "Rapporto privo di credibilità, si tratta di manipolazione politica".
Il nuovo rapporto redatto dalla commissione "Coronavirus Pandemic" della Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti arriva dopo 2 anni di indagini, 38 deposizioni e 25 udienze. Le condotte dal comitato, istituito nel febbraio scorso al momento dell'ottenimento della maggioranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti, ha stilato un rapporto che si estende su 520 pagine, in cui, oltre alle numerose conversazioni, deposizioni e trascrizioni di udienze, sono state analizzate gli effetti, la gestione e le conseguenze dell'impatto della pandemia negli states.
Il presidente della commissione, il Repubblicano Brad Wenstrup ha dichiarato a lavori conclusi: "La possibilità che il Covid-19 sia emerso da un incidente di laboratorio o da una ricerca non è una teoria del complotto". Queste sono anche le prime righe del rapporto. Tra le conversazioni riportate, il rapporto mette in evidenza quelle tra gli studiosi e gli scienziati che maggiormente hanno analizzato l'origine del virus.
Il dottor Chan fa presente alla commissione che: "Le prove a sostegno del fatto che il COVID-19 provenisse da un mercato degli animali di Huanan, cioè il mercato del pesce a Wuhan, sono deboli. I dati mostrano che tutti i casi noti di COVID-19 derivano probabilmente da un’unica introduzione di SARS-CoV-2 nelle persone e che l’epidemia nel mercato di Wuhan probabilmente è avvenuta dopo, quando il virus era già circolato negli esseri umani". L'ipotesi è sostenuta anche dal dottor William Farrar. Durante le udienze infatti aveva sostenuto che prima dell'epidemia "nessun animale infetto è stato verificato presso il mercato di Wuhan o presso la sua catena di fornitura. Questo era un virus completamente nuovo che apparentemente era spuntato dal nulla".
Più o meno nello stesso periodo, il dottor Andersen condivise le sue preoccupazioni riguardo alla possibilità che la pandemia di COVID-19 fosse "il risultato di una fuga dal laboratorio" e che il virus avesse "proprietà che potevano essere state geneticamente modificate o ingegnerizzate. Il genoma era incoerente con le aspettative della teoria evoluzionistica, in quanto non era presente in natura". Il rapporto spiega che la replica della genetica del virus permetteva agli scienziati di raggiungere livelli al 96,4% di similarità massima.
La Repubblica Popolare Cinese ha ignorato le conclusioni di questo rapporto, giudicandolo "privo di credibilità" e accusando Washington di utilizzare la pandemia per "manipolazioni politiche". "L’autorevole conclusione scientifica tratta dal team congiunto di esperti di Cina e Oms è che una fuga dal laboratorio sia estremamente improbabile", ha spiegato in conferenza stampa da Pechino il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian. "In assenza di prove sostanziali, il cosiddetto rapporto statunitense ha inventato le conclusioni, diffamato la Cina, presentando delle prove totalmente false".