Zelensky alza la voce contro Usa, Nato e alleati "per i loro aiuti centellinati", Russia: "L'ex attore ha perso legittimità, il problema non sono le armi"
Il Presidente ucraino non solo critica alleanza atlantica e Stati Uniti per il ritardo nella consegna delle armi, ma anche l'Occidente per la reazione "nulla" all'arrivo delle truppe di Kim
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo mesi di pressing per ottenere armi e avere la possibilità di colpire la Russia, passa alle maniere forti alzando la voce contro Nato e Usa per il ritardo nella consegna delle armi, ma anche l'Occidente per la "non-reazione" all'arrivo delle truppe nordcoreane mandate da Kim Jong-un in Russia. Durante un colloquio con i media sudcoreani, ha anche affermato di essere in particolare "sorpreso dal silenzio della Cina" su questo dispiegamento. Pyongyang ha inviato circa 12mila militari in Russia per combattere accanto all'esercito di Putin. Le prime unità avrebbero raggiunto la regione russa di Kursk, invasa dalle forze di Kiev all'inizio di agosto, e sarebbero pronte ad entrare in azione.
Zelensky contro usa, nato e alleati
"Penso che la reazione su questa questione sia stata nulla", ha detto Zelensky, che solo poche ore prima aveva già alzato la voce contro Stati Uniti e Alleanza Atlantica per gli aiuti centellinati e i divieti imposti in una fase decisamente critica del conflitto. Mosca continua intanto a compiere progressi sul fronte nel Donetsk mentre l'esercito di Kiev è surclassato in termini di armamenti. Nei primi mesi di guerra Zelensky si presentava nelle conferenze di tutta Europa implorando l'invio di armi, ma ora, vedendo che qualcosa è cambiato, alza la voce. Tuttavia il suo pressing non sembra avere più appeal e anche "i suoi soldati non ne possono più di questa guerra".
Le truppe russe stanno per conquistare Pokrovsk, nella provincia di Donetsk, e a questo punto gli ucraini rischiano di perdere l’intero Donbass. Nel mese di ottobre del 2024 la Russia ha conquistato più territorio che in qualunque altro mese dall'inizio della guerra, ossia dalla primavera del 2022. I soldati del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ritengono che ora sia "impossibile vincere, la guerra deve finire anche a costo di perdere territori".
"Le truppe nordcoreane non hanno ancora iniziato a combattere, ma è questione di giorni, non di mesi", ha sottolineato Zelensky ai media sudcoreani mentre gli Usa parlano di 8mila soldati di Pyongyang già dispiegati a Kursk. Tuttavia in tanti ritengono che se Zelensky è consapevole di non poter vincere, dovrebbe fermarsi, proprio per evitare la morte di altre persone.
"Prima del summit di Washington" a luglio, "i nostri partner hanno detto che non erano pronti ad accogliere l'Ucraina nella Nato ma avrebbero fornito 6 o 7 sistemi di difesa aerea per proteggere i nostri cieli. Non abbiamo ancora ricevuto questi sistemi e abbiamo avuto solo il 10% del pacchetto varato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2014. Non è questione di denaro ma di burocrazia e logistica", aveva detto due giorni fa Zelensky nella sua critica agli Usa, ma le sue parole sembrano non avere più presa su nessuno.
Russia: "Zelensky ha perso legittimità"
Di fronte all'evidente difficoltà del leader ucraino, il rappresentante di Mosca presso le Nazioni Unite, Vasili Nebenzia, commenta che il “crollo” delle truppe ucraine in prima linea sarebbe infatti dovuto principalmente alla perdita di “ogni legittimità” da parte del presidente Zelensky.
"La ragione principale del crollo delle truppe ucraine in prima linea è che la gente ha semplicemente smesso di credere a quell'ex attore, che già da maggio ha perso ogni legittimità", afferma Nebenzia in riunione del Consiglio di Sicurezza, come riportato dalla Tass. Il rappresentante russo ha quindi sottolineato che "anche Washington e i suoi alleati" si sono già resi conto di questa situazione e stanno iniziando a capire che "il problema del regime di Zelensky non è che non ha abbastanza armi e munizioni", ma che ha perso la fiducia della sua stessa popolazione.