Gaza, entrati 145 camion di aiuti umanitari dopo “minaccia” Usa di stop all'invio armi a Tel Aviv, la “mossa tattica” di Israele
Joyce Msuya: “Meno di un terzo delle 286 missioni umanitarie sono state portate a termine senza gravi incidenti o ritardi”. Dopo 2 settimane i camion con “cibo, prodotti per l'igiene, latte in polvere per neonati e attrezzature per i rifugi” sono entrati attraverso i valichi di Kerem Shalom ed Erez
Dopo il “rischio” di perdita della fornitura di armi da parte degli Stati Uniti, Israele con una “mossa tattica” ha deciso di far entrare 145 camion di aiuti umanitari dal Nord della Striscia di Gaza. Dopo due settimane i camion contenenti “cibo, prodotti per l'igiene, latte in polvere per neonati e attrezzature per i rifugi” sono entrati attraverso i valichi di Kerem Shalom ed Erez.
Gaza, entrati 145 camion di aiuti umanitari dopo “minaccia” Usa
Secondo molti questa sarebbe una “mossa tattica” sapientemente orchestrata da Tel Aviv per “giustificare i prossimi bombardamenti ai civili” ai quali starebbero fornendo cibo solo per ottenere le armi necessarie per i prossimi attacchi. Gli Usa avevano dato un “ultimatum” a Israele attraverso una lettera inviata ai vertici del governo israeliano dal segretario di Stato Antony Blinken e quello alla Difesa, Lloyd Austin.
Il passo del governo statunitense contro Israele, da tempo richiesto da una grande fetta dell'elettorato progressista e non solo, è arrivato domenica con la “minaccia” allo stop del rifornimento di armi a Tel Aviv da parte degli Usa. L'escalation sempre più violenta del conflitto in Medio Oriente con l'attacco alle basi Unifil e i bombardamenti sempre più frequenti alla popolazione civile, avrebbe fornito l'input per per mettere nero su bianco l'ultimatum a Israele. Blinken aveva richiesto non più di “30 giorni” per far arrivare gli aiuti umanitari a Gaza, sempre più distrutta e allo stremo delle forze. Infatti, gli aiuti ai civili non arrivavano nella Striscia di Gaza da almeno due settimane.
"Nessun alimento entrato a gaza dal 2 al 15 ottobre”
Un alto funzionario umanitario delle Nazioni Unite ha accusato Israele di aver “bloccato” la consegna di aiuti umanitari “disperatamente necessari” a Gaza. Ha affermato che nel nord, dove è in corso un'attacco israeliano, è “rimasto a malapena del cibo”. Joyce Msuya, il responsabile umanitario ad interim, durante una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha affermato che nessun alimento è entrato nel nord di Gaza “dal 2 al 15 ottobre quando è stato permesso l'ingresso di un filo di cibo”. Inoltre, ha sottolineato come si stiano esaurendo “tutti i rifornimenti essenziali per la sopravvivenza”.
“Ora non c'è quasi più cibo da distribuire e la maggior parte delle panetterie sarà costretta a chiudere di nuovo nei prossimi giorni senza ulteriore carburante”, ha aggiunto. Inoltre Msuya ha spiegato come “meno di un terzo delle 286 missioni umanitarie” coordinate con le autorità israeliane nelle prime due settimane di ottobre “sono state portate a termine senza gravi incidenti o ritardi”. Il funzionario ha ribadito che il livello di sofferenza per Gaza è brutale e peggiora ogni giorno, mentre “le forniture essenziali per la sopravvivenza della gente e l'assistenza umanitaria sono bloccate ad ogni angolo”.