Procuratore Cpi dopo attacco a Gaza: “Massima urgenza per arresti Netanyahu, Gallant e Sinwar per i crimini in corso, situazione in peggioramento”

Il procuratore della Corte penale Internazionale, Karim Khan, ha richiesto con massima urgenza i mandati di arresto per Netanyahu, Gallant e Sinwar. Ismail Haniyeh è stato rimosso dalla lista dei mandati d'arresto ma non Deif, poiché, ancora in attesa di informazioni sufficienti che ne confermino la morte

Karim Khan, procuratore della Corte penale Internazionale (CPI), secondo quanto riporta il quotidiano, Times of Israel, invita la Camera preliminare della corte a emettere “con la massima urgenza” i mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il suo ministro della Difesa Yoav Gallant e il leader di Hamas Yahya Sinwar. Khan ha affermato che i mandati sono necessari per i “crimini in corso” da lui denunciati nella sua richiesta iniziale di maggio. La situazione del conflitto in Palestina è stata definita “in peggioramento”. Il procuratore richiede di rimuovere dalla lista delle richieste d'arresto Ismail Haniyeh, capo dell'ufficio politico di Hamas, ucciso a Teheran a luglio. Il nome di Mohammed Deif resta, in attesa di "informazioni sufficienti e affidabili” che ne confermino la morte.

Procuratore Cpi dopo attacco a Gaza: “Massima urgenza per arresti Netanyahu, Gallant e Sinwar: la richiesta d'arresto di maggio 2024

Il procuratore Khan aveva già richiesto un mandato di arresto nei confronti di Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, ritenuti responsabili di crimini di guerra e contro l'umanità a Gaza, nel maggio del 2024. Il popolo accusò Netanyahu di “prolungare la guerra per mantenersi al potere”. Tra gli altri presunti crimini, la Cpi aveva accusato il primo ministro israeliano di “usare la fame dei civili come metodo di guerra e dirigere intenzionalmente attacchi contro una popolazione civile”.

Situazione difficile a Gaza dopo il raid a Khan Younis

La situazione del conflitto tra Israele e Palestina è tesa, soprattutto dopo il bombardamento israeliano della tendopoli di Khan Younis, nel sud di Gaza, avvenuta tra lunedì 9 e martedì 10 settembre. Testimoni oculari dell'accaduto hanno riportano che “i missili israeliani hanno lasciato crateri profondi fino a nove metri nelle tendopoli. C'erano cadaveri sepolti nella sabbia, li abbiamo recuperati a pezzi”. Un attacco duramente criticato, per esempio, dai ministri degli esteri della Turchia e dell'Iran.