Mattatoio n. 5: a passo di carica verso il baratro. Gli ucraini pronti a usare i missili MGM-140 ATACMS contro la Federazione Russa

Tra il 13 e il 15 febbraio 1945 gli angloamericani bombardarono Dresda, la Firenze tedesca e la rasero al suolo uccidendo più di 100.000 civili

E’ dei giorni scorsi la notizia che Volodymyr Zelensky avrebbe inviato a Washington una lista degli obiettivi – ben all’interno del territorio russo – che vorrebbe colpire coi missili MGM-140 ATACMS (che hanno una gittata massima di 300 km).

Nella notte tra il 13 e il 15 febbraio 1945 gli angloamericani bombardarono Dresda, la Firenze tedesca e la rasero al suolo uccidendo più di 100.000 civili. Definito il massacro più inutile della Storia, il bombardamento di Dresda sarà per sempre - insieme al lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki – un esempio dell’orrore della guerra.

In tempi più recenti, tra il 2 agosto 1990 e il 28 febbraio 1991 gli angloamericani scatenarono la Guerra del Golfo per evitare che Saddam Hussein si riprendesse il Kuwait (uno Stato inventato dagli inglesi per appropriarsi dei pozzi di petrolio la cui popolazione – già nel 1939 - si era sollevata per ottenere la riunificazione all’IRAQ).

100.000 morti in IRAQ, 240.000 morti in Afganistan, 50.000 morti in Libia, 100.000 morti in Siria, 700.000 morti in Ucraina, almeno 40.000 morti a Gaza (ma c’è chi indica il numero in 100.000). Questa è la macabra contabilità, il prezzo, in vite umane, del mantenimento del mondo unipolare a guida americana. E mi sono limitato ai casi più eclatanti e agli ultimi 50 anni, senza includere le guerre nella ex Jugoslavia, in Somalia, l’invasione di Grenada.

Oggi, un pazzo irresponsabile attacca la Federazione Russa con le armi inviate dalla NATO. Noi italiani non abbiamo alcuna responsabilità. Matteo Salvini lo ha dichiarato pubblicamente: abbiamo fornito armi non letali e Antonio Tajani ha vincolato – con un accordo segreto stile Ursula von der Leyen - l’invio di armi al loro utilizzo unicamente difensivo.

La nostra buona fede è manifesta: siamo una Nazione che ripudia la guerra e produciamo armi unicamente per giocarci, non certo per ammazzare civili russi innocenti.

Vladimir Putin, il nuovo Adolf Hitler, da due anni non fa quello che al suo posto avrebbero fatto gli angloamericani. Le motivazioni per cui non ha ancora raso al suolo Kiev (come Dresda) sono molteplici. Qui in Occidente ci ostiniamo a non considerare la più ovvia: non è il nuovo Adolf Hitler.

Tuttavia, come già è accaduto, la pazienza dei russi ha un limite. Dal 2014 al 2022 (da Euromaidan allo scoppio della guerra), Putin ha tentato in tutti i modi di proteggere gli abitanti russofoni del Donbass. Ma l’escalation di violazioni dei loro diritti umani (diritti che noi Occidentali abbiamo codificato, come il divieto di discriminazione raziale o religiosa, la libertà di culto, la tutela delle minoranze linguistiche eccetera eccetera) lo ha costretto all’Operazione Speciale.

Oggi il nostro alleato ucraino ha messo al bando la lingua e la cultura russe, perseguita le minoranze (russe e ungheresi), ha persino messo al bando la chiesa ortodossa russa. Tra qualche giorno potrebbe lanciare i missili MGM-140 ATACMS contro la Federazione Russa ma – per carità – soltanto contro obiettivi approvati dagli americani.

E Vladimir Putin, spinto dall’opinione pubblica, come reagirà? Sarà questa la proverbiale goccia che farà traboccare il vaso? Raderà al suolo Kiev (Dio non voglia, naturalmente)?

Questa follia è durata fin troppo. Certamente troppo per i morti, i feriti, gli sfollati e i poveri cristi che si apprestano ad affrontare un altro inverno di guerra.

Noi ce ne stiamo qui, stravaccati sul divano, ad ascoltare persone come Guido Crosetto e Carlo Calenda.

Sarebbe il caso che ci alzassimo tutti e facessimo udire la nostra voce: noi non vogliamo la Terza Guerra Mondiale!

Lo scrittore americano Kurt Vonnegut sopravvisse al bombardamento di Dresda e scrisse Mattatoio N. 5 per inviarci questo messaggio:

“La verità più grossa a cui oggi dobbiamo far fronte – quella che probabilmente mi renderà incapace di scrivere alcunché di spiritoso per il resto dei miei giorni – è che secondo me alla gente non gliene frega un fico secco se il pianeta continua a esistere o meno. Mi sembra che oggi tutti quanti vivano come sono abituati a fare i membri degli Alcolisti Anonimi: giorno per giorno. Qualche altro giorno, e poi tanti saluti. Conosco pochissime persone che sognano un mondo da lasciare ai propri nipoti.”

Di Alfredo Tocchi.