Ue verso la censura di Telegram, aperta indagine per "violazione DSA, sottostimato numero di utenti per evitare norme più severe"
Telegram messo sotto pressione anche dall'Unione: la Commissione per gli affari digitali desta sospetti sull'ammontare reale degli utenti europei dichiarati e muove nuove accuse al fondatore Durov, già sotto inchiesta in Francia
Pavel Durov, il fondatore di Telegram in questi giorni al centro delle cronache giudiziarie di tutto il mondo, risulterebbe indagato anche dall’Unione Europea per possibili violazioni al Digital Services Act (Dsa), in vigore dal 17 febbraio 2024: ad affermarlo la prima pagina del Financial Times, il quotidiano economico-finanziario britannico. Nel mirino della Commissione europea per le questioni digitali, vi sarebbe il numero degli utenti Telegram dichiarati in Europa. Dunque, Durov al momento risulterebbe coinvolto in due filoni di indagine: da una parte, le inchieste francesi che lo accusano di essere complice dei reati commessi da terzi su Telegram, la piattaforma di messaggistica di cui è il fondatore, nonché di comportamenti violenti nei confronti di uno dei suoi figli. Dall’altra, l’indagine della Commissione europea per le questioni digitali, sulla presunta violazione delle regole europee da parte dell’app, regole stabilite dal Dsa approvato il 19 ottobre 2022 ed entrato in vigore meno di due anni dopo. I funzionari sospettano che i 41 milioni di utenti dichiarati da Telegram in Europa, siano stati volontariamente sottostimati per evitare di superare la soglia per una supervisione e delle normative più severe, soglia fissata dall’Ue a 45 milioni di utenti.
Accertamenti e soglie da rispettare: il Dsa mette in difficoltà Telegram
Proprio lo scorso febbraio, Telegram aveva dichiarato la cifra di 41 milioni di utenti, distribuiti nei vari Paesi dell'Ue. Ma stando a quanto scrivono gli inglesi del Financial Times, la piattaforma questo mese non ha inviato l'aggiornamento richiesto dal Dsa, limitandosi a dichiarare di aver "un numero significativamente inferiore ai 45 milioni di utenti attivi ogni mese in media nell'Ue". Per quanto riguarda proprio il Dsa, la mancata comunicazione dei nuovi dati costituisce già di per se una violazione, spiegano due fonti europee. Le stesse fonti, anticipano che dall’inchiesta del Joint Research Centre della Commissione Ue, probabilmente emergerà che i numeri reali sono superiori alla soglia "per le piattaforme online di grandi dimensioni". In merito, Thomas Regnier, portavoce della Commissione per le questioni digitali, ha dichiarato: "Abbiamo un modo, attraverso i nostri sistemi, per determinare quanto siano accurati i dati degli utenti", ha spiegato per poi proseguire: "E se pensiamo che qualcuno non abbia fornito dati accurati sugli utenti, possiamo assegnarli noi unilateralmente sulla base della nostra stessa indagine". L’indagine Ue in questione, va ad aggiungersi a quella francese che ha portato all’arresto di Durov a Parigi, la sera del 24 agosto, non appena sceso dal suo aereo privato sulla pista dell’aeroporto parigino di Le Bourget. Dopo quattro giorni di fermo e dopo le contestazioni del capo di imputazione, Durov è attualmente in libertà condizionata: deve pagare una cauzione di cinque milioni di euro e dovrà presentarsi in una stazione di polizia francese due volte alla settimana. Durov, non potrà lasciare il paese in attesa del processo.