Arresto Durov, imprigionato a Parigi per averci dato una piattaforma informatica senza censura e la realtà su Gaza
Se non fosse per Telegram non avremmo saputo e visto con i nostri occhi che i soldati israeliani sparano a giornalisti che indossano il giubbotto con la scritta Press
172 giornalisti ammazzati a Gaza dal 7 ottobre. L'ultimo a rimetterci la vita è stato Ali Taima, ucciso nei bombardamenti di Al-Mawasi a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale.
La maggior parte delle fotografie e dei filmati realizzati da questi giornalisti (non mi azzardo a chiamarli Colleghi, loro erano uomini, io - al loro confronto - un quaquaraquà) sono stati rivelati al mondo soltanto grazie a Telegram. Senza Telegram, di ciò che è successo e continua a succedere nella Striscia di Gaza noi non sapremmo quasi niente.
Naturalmente, ci verrebbe propinata la versione ufficiale, quella che nega i crimini commessi dall’esercito israeliano, quella che tutto giustifica in nome della lotta al terrorismo (che terrorismo non è ma una lotta di liberazione). In nome di quei 172 eroi, che hanno perso la vita perché noi conoscessimo la verità, in nome di Pavel Durov - imprigionato a Parigi per averci dato una piattaforma informatica sulla quale è ancora possibile esprimere liberamente il proprio pensiero e reperire documenti di un’importanza fondamentale per farsi un’idea corretta di ciò che sta succedendo e chiamarlo con il suo vero nome, che è genocidio - io esorto tutti a riflettere su cosa significhi oscurare Telegram. Il solo fatto che a richiedere a Durov i codici per decriptare i messaggi siano stati governi su fronti opposti, come quello russo e quello francese, dovrebbe darci la misura dell’importanza di un luogo virtuale di assoluta libertà. Non ignoro certo che questa assoluta libertà possa essere utilizzata anche per fini criminali. Ma poniamoci la domanda: vogliamo davvero vivere in un mondo dove la libertà di opinione venga sacrificata in nome della repressione di reati comuni? I criminali troveranno altri strumenti, come hanno sempre fatto nella storia dell’umanità. Ma la voce degli uomini liberi, di quelli che realmente rischiano la propria vita per documentare i crimini del potere, verrà soffocata. Se non fosse per Telegram non avremmo saputo e visto con i nostri occhi che i soldati israeliani sparano a giornalisti che indossano giubbotti antiproiettile con la scritta Press ben visibile, confidando nell’impunità assoluta loro concessa dal criminale Benjamin Netanyahu.
Io non ho dubbi: Pavel Durov è stato arrestato su pressioni del governo israeliano e come tale è una vittima dell’ideologia sionista, che ha già ucciso oltre 40.000 persone in meno di un anno. Con l’arresto di Pavel Durov La Francia si dimostra, ancora una volta, una Nazione allo sbando. Un tempo dava asilo ai nostri terroristi e ne rifiutava l’estradizione nonostante avessero commesso omicidi. Oggi, il pupazzo dei Rothschild giustifica l’arresto di un uomo innocente per compiacere i suoi pupari.
Tutto questo è assolutamente rivoltante, è la fine della libertà. Come mi ha scritto in privato un grande uomo, il giudice Paolo Sceusa, speriamo che rimangano vive almeno l’uguaglianza e la fraternità.
Di Alfredo Tocchi.