Kursk, Mosca blocca i negoziati dopo il blitz, Zakharova: "Reporter Rai partecipi in offensiva, sembrano nazisti, mostrano simboli SS"
Il Cremlino sospende i colloqui di pace, accusando i giornalisti occidentali di complicità in un attacco ibrido su larga scala alla Russia, mentre il conflitto si intensifica con nuove evacuazioni su entrambi i fronti di Kursk e Donetsk
Dopo l’incursione nell’Oblast' di Kursk da parte dell’esercito ucraino, cominciata lo scorso 6 agosto 2024 con truppe, missili e mezzi blindati leggeri, Mosca ha affermato di voler bloccare i negoziati per un cessate il fuoco immediato e lo ha fatto per mezzo del consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov. Ushakov ha dichiarato in un’intervista al canale Telegram Shot citata dalle agenzie di stampa russe Tass e Interfax, che, alla luce dell’offensiva ucraina nella regione russa di Kursk, "al momento il processo negoziale è completamente inappropriato". Forse una tregua parziale era in programma, ma "a questo punto, data questa impresa, non parleremo", ha aggiunto Ushakov secondo la Tass rispondendo a una domanda sulla possibilità di negoziati con Kiev. Il consigliere ha poi concluso dicendo che le proposte di Putin "non sono state annullate, ma al momento il processo negoziale è del tutto inappropriato".
Il Cremlino, la Rai e i media occidentali
L’attività dei giornalisti dei media occidentali, entrati nella regione russa di Kursk dall’Ucraina, è una "prova del loro coinvolgimento diretto nell’attuazione di un’aggressione ibrida su larga scala contro la Russia", secondo quanto ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. "Contro alcuni di questi rappresentanti dei media stranieri sono già stati aperti procedimenti penali per aver attraversato illegalmente il confine di Stato", ha aggiunto la portavoce del Cremlino, in un’intervista al giornale Vzglyad che la stessa riprende sul suo canale Telegram. Il riferimento è al procedimento aperto nei confronti della giornalista della Rai Stefania Battistini e dell’operatore Simone Traini, che hanno realizzato il reportage sull’offensiva mandato in onda sul Tg1 lo scorso 14 agosto e nel quale si vedono gli inviati Rai varcare il confine entrando in territorio russo insieme alle truppe giallo-blu. Secondo Zakharova, "i resoconti dei media occidentali dalla regione di Kursk perseguono una serie di obiettivi, tra cui la protezione dei crimini di Kiev, la manipolazione dell’opinione pubblica e la creazione del contesto necessario per un ulteriore sostegno occidentale alle forze armate ucraine". La Zakharova aveva anche accusato, senza mai normiralo, l’inviato di Rai News 24, Ilario Piagnerelli di elogiare "i neonazisti ucraini durante i reportage, mentre posano indossando simboli delle SS". "Mi rammarico profondamente di aver dato voce, anche se per pochi secondi, a un soldato ucraino che solo dopo la messa in onda del reportage ho notato indossare una patch con un simbolo nazista", si era difeso Piagnerelli, autore del servizio incriminato.
La guerra intanto non si ferma
Sul terreno, intanto, la guerra non si ferma. Le forze armate ucraine hanno distrutto il terzo e ultimo ponte sul fiume Seym vicino al villaggio di Karyzh, nel distretto di Glushkovsky, sempre nel Kursk. La notizia è stata confermata sia da Kiev, sia da Mosca. Era l’ultimo dei ponti strategici per il rifornimento delle forze di Mosc dispiegate nella zona. Il 16 agosto le truppe ucraine avevano distrutto un ponte vicino al villaggio di Glushkovo e il giorno dopo a Zvannoye. Secondo il Ministero russo per la gestione delle Emergenze, citato dalla Tass, sono oltre 121mila le persone evacuate dalla regione dall’inizio dell’offensiva ucraina, di cui 13mila bambini. Sul fronte opposto, le autorità di Pokrovsk (Oblast' ucraino di Donetsk) citate da Radio Liberty hanno fatto sapere che, considerando il ritmo dell’avanzata dell’esercito russo, i residenti hanno una o due settimane per evacuare. Secondo Serhii Dobriak, capo dell’amministrazione militare locale, il ritmo delle evacuazioni è aumentato: ogni giorno 500-600 persone lasciano la città. Le forze russe, inoltre, hanno annunciato di aver conquistato un nuovo villaggio nella regione, quello di Artyomovo.