Golfo Persico: la marina iraniana sequestra una petroliera per contrabbando di 1,5 milioni di litri di diesel
Arrestati membri dell'equipaggio indiani e dello Sri Lanka, ma la nave batteva bandiera di un altro paese
Il comandante della marina delle Guardie della rivoluzione, Heidar Honarian Mojarrad, ha affermato che: “Le forze navali delle Guardie della Rivoluzione - dell’Iran - hanno sequestrato una petroliera che contrabbandava 1,5 milioni di litri di diesel nel Golfo Persico. Circa 12 membri stranieri dell'equipaggio - cittadini dell'India e dello Sri Lanka - sono stati arrestati. Sono stati trasferiti in un terminal della Bushehr Oil Products Co. per le operazioni di scarico”. Così il generale Mojarrad ai microfoni di Tasnim (l’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana associata al Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche e lanciata nel 2012) dal porto della città di Busher, aggiungendo che il carburante è stato confiscato dopo l'emissione di un mandato giudiziario. Sempre secondo Tasnim, la petroliera batteva bandiera del Togo.
Il supporto tecnologico e logistico di Ambrey
Già ieri lunedì 22 luglio, all'inizio della giornata, l’agenzia britannica Reuters aveva citato la società privata di sicurezza britannica Ambrey, la quale ha fornito apparecchiature avanzate per il sequestro dell’imbarcazione ed ha partecipato insieme agli IRGC (Islamic Revolutionary Guard Corps) all’operazione, soprattuto per quanto riguarda il supporto logistico. Insieme, le forze congiunte della guardia iraniana e della società di sicurezza navale privata hanno dichiarato di aver“intercettato una nave cisterna battente bandiera del Togo e gestita dagli Emirati Arabi Uniti che trasportava 1.500 tonnellate di gasolio per imbarcazioni”. La nave era stata caricata con il gasolio al largo delle coste dell'Iraq ed era destinata a Sharjah, città nel sud degli Emirati Arabi Uniti e che si affaccia sempre sul Golfo Persico, quando è stata intercettata domenica, 61 miglia nautiche a sud-ovest del porto iraniano di Bushehr, ha riferito Ambrey.
Il problema ricorrente del contrabbando nel Golfo
Con il sussidio governativo sui prezzi del carburante in Iran, il contrabbando di carburante fuori dal paese è un racket redditizio. La repubblica islamica sovvenziona pesantemente benzina e diesel all’interno del territorio nazionale, rendendo il prezzo al dettaglio all'interno dei confini molto inferiore al prezzo all'estero. Negli ultimi anni, le forze navali iraniane hanno sequestrato un gran numero di navi con a bordo carburante trasportato illegalmente. I dettagli del sequestro sono coerenti con le passate azioni degli IRGC relative al contrabbando di carburante nella zona: un problema dilagante per quanto riguarda il Golfo Persico.