Gaza, Corte dell'Aja: "L'occupazione israeliana della Palestina è illegale, scopo di insediamento permanente inammissibile"
Netanyahu accusa la Corte di una decisione contraria alla verità storica, sostenendo che l'appartenenza dei territori al popolo ebraico; Mazen, presidente dell'Anp, esulta invece per "una grande vittoria"
Al 288esimo giorno della guerra fra Israele e Gaza, arriva la netta dichiarazione della Core dell’Aja: l’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele è stata definita "illegale" Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è sentito attaccato e ha rilanciato affermando che quei territori sono appartenenti al popolo ebraico. Nel frattempo, il Segretario di Stato americano Blinken avrebbe suggerito che i negoziati sul cessate il fuoco sono in direzione d’arrivo.
Gaza, Corte dell'Aja: "L'occupazione israeliana della Palestina viola il diritto internazionale, volta a un insediamento permanente"
La Corte dell’Aja ha stabilito che la politica di insediamento di Israele nei territori palestinesi "viola il diritto internazionale". "Lo Stato di Israele ha l'obbligo di porre fine alla sua presenza illegale nei Territori palestinesi occupati il più rapidamente possibile, di cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento, di evacuare tutti i coloni e di risarcire i danni arrecati", ha dichiarato nel suo "parere consultivo" alle richieste dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite in merito alla presenza israeliana in Palestina. Il presidente della Corte Nawaf Salam ha inoltre affermato che "la natura degli atti di Israele, tra cui la frequente confisca di terreni a seguito della demolizione di proprietà palestinesi per la riassegnazione agli insediamenti israeliani, indica che queste misure non hanno carattere temporaneo e pertanto non possono essere considerate ammissibili ai sensi della Quarta convenzione di Ginevra". Il tribunale ha aggiunto che la violenza dei coloni contro i palestinesi e "l'incapacità di Israele di prevenirla e punirla efficacemente" contribuiscono a creare un "ambiente coercitivo contro i palestinesi".
Netanyahu: "Gli ebrei non sono conquistatori nella propria terra", Mazen: "Una grande vittoria"
La risposta israeliana alla chiara posizione dell’Aja non si è fatta attendere. I ministri di estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich hanno chiesto "l'annessione" di larghe parti della Cisgiordania. Il presidente Benjamin Netanyahu ha replicato: "Il popolo ebraico non è conquistatore nella propria terra, né nella nostra eterna capitale Gerusalemme, né nella terra dei nostri antenati in Giudea e Samaria". Ha poi attaccato la Corte definendo la sua decisione "falsa e capace di distorcere la verità storica".
Opposta la reazione di presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen, che ha definito la dichiarazione della Corte dell’Onu "una vittoria della giustizia". Ha poi chiesto alla Comunità internazionale di obbligare Israele "a porre fine completamente e immediatamente alla sua occupazione e al suo progetto coloniale, senza restrizioni o condizioni".
Nel frattempo, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha affermato all'Aspen Security Forum che i negoziati sul cessate il fuoco a Gaza sono vicini alla "linea di arrivo": "Siamo all'interno della linea delle ultime 10 yard ma spesso sono le più difficili".
La Commissione Ue ha già mosso dei passi concreti, con la sottoscrizione di un accordo con l’Anp, con cui si impegna in un sostegno finanziario di emergenza a breve termine per 400 milioni di euro. Da parte del governo inglese, Keir Starmer ha formalizzato la decisione di riprendere i finanziamenti di Londra all'Unrwa, agenzia dell'Onu che garantisce gli aiuti alla popolazione palestinese dei territori occupati.