Brasile, fumare canne non è più reato, Corte suprema stabilisce in 40 g limite per consumo personale di cannabis
Sono state previste delle sanzioni alternative per chi è in possesso di cannabis, non più a rischio di arresto e detenzione. La deliberazione potrebbe portare a ridurre la popolazione carceraria
Otto voti a favore su tre contrari hanno permesso la depenalizzazione del possesso di cannabis in Brasile. È accaduto martedì 25 giugno, quando alla Corte suprema la maggioranza dei giudici del tribunale si è espressa favorevole, accogliendo il ricorso dell’Ufficio del Difensore civico di San Paolo in merito all’applicazione della legge sulle droghe del 2006. È il più grande paese a stabilire sanzioni alternative per quanti detengono la cannabis per consumo personale – introduzione che ne potrebbe ridurre la consistente massa carceraria. Tuttavia, il Brasile arriva tardi, essendo uno degli ultimi paesi dell’America Latina a diminuire le pene per consumo di cannabis.
In Brasile fumare canne non è più reato, ma rimane un atto illecito
I grammi massimi di cui è consentito essere in possesso sono 40, per poter porre un discrimine tra consumatori e spacciatori. Da specificare che questa depenalizzazione non significa legalizzazione. Infatti, anche se l’uso di narcotici non è più reato, rimane un atto illecito, anche per uso personale. La modifica si ripercuote sugli esiti penali dell’atto. Se prima fare uso della sostanza portava il consumatore a incorrere nel rischio di arresto e detenzione, adesso sono state previste delle sanzioni alternative. In caso di violazione, si verrà puniti con una sanzione amministrativa, un’ammonizione, con la prestazione di servizi alla comunità oppure tramite l’applicazione di misure educative.
Si mira a ridurre la popolazione carceraria
Già nel 2006 il Congresso brasiliano aveva approvato una legge che proponeva sanzioni alternative, come il servizio alla comunità, per punire gli individui sorpresi a trasportare piccole quantità di droga, compresa la marijuana. Tuttavia, la legge era troppo vaga e non stabiliva una quantità specifica di grammi per aiutare le forze dell’ordine e i giudici a differenziare l’uso personale dal traffico di droga. Gli arresti a persone che continuavano a trasportare piccole quantità di droga sono così proseguiti e la popolazione carceraria ha continuato ad aumentare. Con il nuovo decreto la vendita di droga rimane illegale, ma le nuove deliberazioni della Corte suprema permetterebbero di abbassare il sovraffollamento delle carceri.