Dazi su auto elettriche cinesi, l'Ue li aumenta fino al 48%, Pechino: "Ci difenderemo in tutti i modi", no di Berlino
Tre i livelli di dazi per le case incluse nel campione: va "bene" a Byd (17,4%), seguono Geely (20%) e infine Saic (38%)
L'Ue aumenta i dazi sulle auto elettriche cinesi, fino al 48%. Un tema sul quale l'Europa si è spaccata con il no di Berlino, in quanto, come sostenuto dal presidente di Osservatorio Asia Romeo Orlandi "la Germania è stata la maggiore beneficiaria: ci sono stati anni in cui esportava verso la Cina sette volte in più rispetto all'Italia". Il portavoce di Scholz ha fatto sapere che il Paese "non ha bisogno di altri ostacoli nel commercio". Stessa decisione intrapresa da Svezia e Ungheria. Italia e Francia sono favorevoli.
Dazi su auto elettriche cinesi, l'Ue li aumenta fino al 48%
L’incremento dei dazi sulle auto elettriche cinesi è stato deciso sulla base dell’indagine aperta sugli aiuti che i produttori del Dragone ricevono dallo Stato. "Beneficiano di sussidi ingiusti - dice la Ue - stanno causando un rischio di danno economico ai produttori europei". Nel 2023 un auto su cinque in Europa è cinese. Le importazioni di 438mila veicoli elettrici - comprese le joint-venture di Tesla, Bmw e Renault - hanno raggiunto i 9,7 miliardi.
Tre i livelli di dazi per le case incluse nel campione: va "bene" a Byd (17,4%), seguono Geely (20%) e infine Saic (38%). Soddisfazione da parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: "Non vogliamo rinunciare alla possibilità di rafforzare l'industria italiana delle Auto Servono misure commerciali che tutelino il mercato europeo dalla concorrenza sleale. Quindi saluto con soddisfazione l'annuncio che la Commissione sull'introduzione di dazi sull'ingresso di auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea, nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi la possibilità di riaffermare l'Italia, con l'industria automobilistica italiana come uno dei settori trainanti dello sviluppo industriale del nostro Paese a cui non vogliamo rinunciare assolutamente", ha aggiunto il ministro del Made in Italy.
Pechino: "Ci difenderemo in tutti i modi"
Pechino non ci sta. Il ministero del Commercio cinese esorta l'Unione europea "a correggere immediatamente le sue pratiche sbagliate e ad affrontare le frizioni economiche e commerciali con il dialogo". La Cina tiene a far presente che "monitorerà attentamente le mosse successive dell'Ue e adotterà con determinazione tutte le misure necessarie per difendere con fermezza i diritti e gli interessi legittimi delle imprese cinesi".