Le conseguenze della condanna di Trump, dal punto di vista legale e per la campagna elettorale
Il Tycoon non andrà presto in carcere, ma rischia di perdere voti importanti nella sfida finale contro il presidente Biden
La difesa di Trump non ha convinto nessuno. Secondo gli avvocati dell’ex presidente, i suoi collaboratori avevano pagato la pornostar Stormy Daniels per non rivelare la loro relazione poco prima del voto del 2016 all’insaputa del Tycoon; che aveva comunque firmato gli assegni ed è noto per gestire ogni aspetto della sua attività. La giuria ha impiegato poco tempo a mettere ordine tra le testimonianze introdotte nel processo a New York e a trovarlo colpevole di tutti i 34 capi d’accusa.
Trump e i suoi gridano alla persecuzione, ma ora la situazione cambia: non più accuse e dibattiti pubblici, ma la condanna da parte di una giuria. Dubbi non sono stati espressi, e la strategia dell’ex presidente di negare e rinviare è arrivata al capolinea.
L’11 febbraio il giudice deciderà la pena. Potrebbe imporre fino a 4 anni di carcere, ma in questo caso, trattandosi di una prima condanna per un reato non violento, sono anche possibili misure più lievi, come l’arresto domiciliare o la libertà vigilata. E comunque Trump ricorrerà in appello, rimandando ogni conseguenza per molti mesi, mentre nel frattempo cerca di tornare alla Casa Bianca, sperando di mettersi al riparo dai giudici per quattro anni.
La grande domanda è cosa succederà nella corsa elettorale, in quanto la condanna non ha effetti sull’eleggibilità. L’anno scorso, quando furono annunciati i quattro procedimenti giudiziari contro di lui, Trump riuscì addirittura a consolidare il suo sostegno all’interno del partito repubblicano. Chi lo aveva votato in passato ha valutato che si trattava di azioni a sfondo politico, sulla scia degli scandali del Russiagate.
Con una condanna, però, gli effetti potrebbero essere diversi. I sondaggi degli ultimi mesi ci dicono che tra i repubblicani convinti solo alcuni avrebbero dubbi a continuare a sostenere Trump. È tra gli elettori occasionali, quelli che non seguono attentamente la politica, che potrebbero presentarsi dei problemi. Il candidato repubblicano deve consolidare i guadagni tra i giovani e le minoranze, gruppi che di solito preferiscono i democratici ma dove serpeggia grande malcontento verso Joe Biden.
Va ricordato che nel 2020 Trump perse nel voto popolare di 7 milioni di voti. È vero che si è avvicinato alla vittoria grazie al sistema dei grandi elettori, in cui serve vincere alcuni stati chiave, ma il punto è che deve andare oltre la performance di quattro anni fa. Per farlo, occorre prevalere tra gli indecisi, superando il sostegno della sola base repubblicana.
Anche Joe Biden ha parecchie debolezze, dall’età alla rabbia a sinistra per il sostegno a Israele. Tuttavia, ad oggi i due sono essenzialmente pari, con un vantaggio statisticamente irrilevante di Trump negli stati in bilico come Michigan e Pennsylvania. Perdere anche pochi punti percentuali per via della condanna potrebbe essere fatale.
Mancano ancora 5 mesi al voto, periodo in cui i repubblicani sperano che la condanna sarà digerita e relativizzata dagli elettori. È possibile, però, che nelle settimane prima del 5 novembre Trump sarà in un’altra aula di tribunale, a processo per aver cercato di ribaltare il risultato del 2020. Difficilmente il procedimento si concluderà prima delle elezioni, ma la scena ricorderebbe agli elettori non solo la possibilità di una condanna più pesante – rischierebbe decenni di prigione – ma anche che il Tycoon è stato già condannato. Difficile dimenticare a questo punto. Donald Trump deve puntare tutto sull’insoddisfazione degli americani verso Biden, in una corsa che sarà sempre più al ribasso.
di Andrew Spannaus