Proteste nelle università statunitensi, polizia spara proiettili di gomma sugli studenti dell'UCLA, in California
Continuano proteste delle università americane, la polizia sfonda un accampamento
La polizia statunitense ha tentato di smantellare un accampamento dell'UCLA con l'uso della violenza: proiettili di gomma e al peperoncino. Il tutto documentato dalla Cnn.
Le proteste e lo scontro con la Polizia
Lo scontro è iniziato alle 22 del 1° Maggio (ore 7 in Italia) ed è continuato tutta la notte. Nell’università statunitense della California era stato allestito un accampamento con delle tende; si sono poi espressi oratori a sostegno della causa palestinese, e poi sono stati distribuiti occhiali ed elmetti. I manifestanti filo-israeliani avrebbero tentato di abbattere l’accampamento pro-Gaza causando gli scontri. La polizia è intervenuta. Prima hanno gettato oggetti contro i manifestanti, poi hanno lasciato l’università. Quando ha tentato di rientrare, l’accampamento era stato barricato. I manifestanti hanno opposto resistenza con tavole di compensato, barriere metalliche e ombrelli. Gli agenti hanno usato granate stordenti, proiettili di gomma, riuscendo così a penetrare l’accampamento. Le tende sono state rimosse una ad una. Sono stati arrestati più di cento manifestanti pro-palestinesi. Il video mostra un gruppo di 100 manifestanti gridare: “Ci raggrupperemo”, circondati da un gruppo di poliziotti. La polizia tenta di sfondare la barriera umana usando anche “cannoni sonori”.
Linea dura con proteste pacifiche
Graeme Blair, professore di scienze politiche presso l’UCLA, ha criticato il comportamento della polizia. “In occasione dell’attacco filoisraeliano è arrivata in grave ritardo e oggi ha attuato la linea dura con studenti che manifestavano pacificamente”, ha dichiarato all’Afp.
Il presidente Biden commenta l’accaduto: “La legge e la libertà di parola devono essere sostenute, le proteste pacifiche sono tutelate in America, il vandalismo e le proteste violente no". E aggiunge: "Come presidente tutelerò sempre il diritto alla parola: non siamo un regime autoritario dove mettiamo la gente a tacere, ma non siamo neanche un Paese che non ha leggi".