Eurovision 2024, la propaganda pro-Israele: bandiere Palestina vietate e quelle dello Stato ebraico no
Bandita la bandiera della Palestina all'Eurovision. EBU: "Non vogliamo niente che possa interrompere un evento di successo"
Gli organizzatori dell’EBU, Unione europea di radiodiffusione, hanno annunciato che le bandiere della Palestina saranno bandite dall’evento, riferisce il quotidiano svedese Goteborgs Posten. Spiegano che vogliono che l’evento sia apolitico, e che intendono impedire tutto ciò che possa “interrompere un evento di successo”.
EBU vuole che l'evento sia apolitico
Sembra che l’Eurovision debba essere soltanto una festa, che non siano ammesse intromissioni politiche, polemiche e contestazioni. In linea con questa decisione, vietati anche i monologhi o sketch particolati tra una canzone e l’altra: il ritmo dev’essere serrato.
La 68° edizione dell’Eurovision Song contest 2024 si terrà tra il 7 e l’11 Maggio 2024 e si avrà luogo nell’Arena di Malmo, in Svezia. A partecipare sono 37 Paesi, e ad essere ammesse sono le bandiere esclusivamente di questi paesi. Israele partecipa al conflitto, la Palestina no. E intanto, la Russia è stata esclusa proprio a causa del conflitto in Ucraina. Dopo l’attentato del 7 Ottobre, un gruppo di attivisti e contestatori in alcuni Paesi europei hanno chiesto l’esclusione di Israele dalla competizione. Un’esclusione però mai avvenuta.
Bandita anche la canzone israeliana
La cantante israeliana Eden Golan è stata forzata dell’EBU a cambiare la sua canzone. I testi sono infatti controllati da Reference Group, il direttorio dell’Eurovision Song Contest. Quella che aveva scelto lei si intitolava “October Rain” e conteneva un riferimento alle vittime di Hamas dell’attentato del 7 Ottobre. L’EBU, avendo però dichiarato l’assoluta neutralità dell’evento, non si poteva tirare indietro e ha vietato una canzone politicamente orientata. L’artista ha dovuto optare per “Hurricane”, che parla della rinascita della donna in seguito ad una crisi personale.
Certo, non si può dire che l’EBU non sia stato coerente nella sua presunta apoliticità. Ma il risultato, cioè la presenza della bandiera israeliana e l’assenza di quella palestinese, sembra contraddire la stessa pretesa di apoliticità che era - apparentemente - nei suoi intenti.