Baltimora, gli ingegneri si interrogano sulla stabilità del ponte crollato: "È franato come un castello di carte"
Mentre la comunità cerca risposte, esperti del settore ingegneristico scavano a fondo nelle cause radicate del disastro, interrogandosi sulla resistenza strutturale e le misure di sicurezza preesistenti del ponte che per decenni ha collegato sponde e vite.
Il recente crollo del Francis Scott Key Bridge, avvenuto dopo che una nave portacontainer ha colpito un pilastro, ha scosso la città di Baltimora. La struttura, che ha servito la città dal 1977, è crollata come un castello di carte nel fiume Patapsco, lasciando la comunità e gli esperti alla ricerca di risposte. Il ponte, conosciuto per la sua imponente lunghezza di 2,6 km e una campata lunga più di 366 metri, è stato costruito principalmente in acciaio e progettato come un ponte reticolare continuo.
Questa architettura, sebbene esteticamente apprezzabile e funzionalmente efficace, si è rivelata essere fatalmente vulnerabile quando uno dei suoi pilastri di sostegno è stato compromesso. Gli ingegneri hanno spiegato che la "fragile" natura del ponte ha contribuito al suo rapido crollo. Julian Carter, dell'Institution of Civil Engineers, ha illustrato come il danneggiamento di un supporto possa causare un evento catastrofico di tale portata, poiché le parti interconnesse della struttura si sovraccaricano improvvisamente, portando al collasso dell'intera struttura.
La costruzione del Key Bridge utilizzava travi disposte in formazioni triangolari, o "puntoni", che distribuivano il peso dei veicoli su tutta la struttura. Tuttavia, la necessità di mantenere questi supporti il più leggeri possibile per evitare il cedimento sotto il proprio peso ha ridotto la ridondanza della struttura (ingegneristicamente è la capacità della struttura di continuare a funzionare anche nel caso di danneggiamento di una delle componenti principali), aumentando il rischio di un crollo catastrofico in caso di lesione dei supporti.
Questo evento tragico ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dei ponti reticolari e sulla loro capacità di resistere a impatti inaspettati come quello di una nave portacontainer. Nonostante ciò, gli esperti come il dottor Andrew Barr, ingegnere civile e strutturale, e Ian Firth, costruttore di ponti e ingegnere civile, concordano sul fatto che l'incidente è stato un caso di "collasso progressivo" e non necessariamente indicativo di una progettazione intrinsecamente pericolosa o difettosa. La comunità di Baltimora e il mondo dell'ingegneria civile ora devono affrontare le conseguenze di questo disastro, analizzando attentamente la resilienza delle infrastrutture esistenti e considerando strategie future per prevenire incidenti simili.
Il ponte era stato costruito nel 1977 dall'ingegnere Francis Scott per una spesa totale pari a 87 milioni di sterline. Ogni giorno contava una media di attraversamento pari a 31 mila mezzi di trasporto ed era considerato un raccordo strategico della città di Baltimora.
La tragedia del Francis Scott Key Bridge serve come un doloroso promemoria dell'importanza della manutenzione, dell'ispezione e della progettazione ponderata delle infrastrutture critiche che sostengono la vita quotidiana.