Attacco a Mosca, 115 morti tra cui 3 bambini e 145 feriti. L'Isis rivendica "la strage di cristiani"

Il gruppo islamico esulta per l'uccisione di centinaia di civili innocenti e smentisce le voci di arresti tra i responsabili dell'attentato

Sale a 115 morti, dei quali tre bambini, il bilancio della sparatoria al Crocus City Hall di Krasnogorsk vicino a Mosca in cui si registrano anche 145 feriti. Un attacco che ha scosso non solo la Russia ma il mondo intero e che, mentre le autorità russe sono ancora alla ricerca dei responsabili della strage, offre il campo a polemiche tra Stati Uniti e Ucraina da un lato e la Russia dall'altro, con uno scambio di accuse che si è registrato nelle ore dopo l'attentato a partire dalla diffusione della notizia secondo cui gli Usa sapevano già due settimane fa di una concreta possibilità di un atto terroristico a Mosca.

La rivendicazione del gruppo islamico: "Uccise centinaia di persone"

A rivendicare l'attentato è stato il gruppo jihadista dell'Isis-k con un comunicato pubblicato su Telegram in cui i terroristi dicono di caver "attaccato un grande raduno... alla periferia della capitale russa Mosca", precisando anche che i responsabili della mattanza di civili innocenti sono tornati alle loro basi, smentendo, quindi, le voci e i video che raccontavano di un arresto effettuato dalle teste di cuoio russe dopo l'attentato. "I combattenti dello Stato islamico hanno attaccato un grande raduno di cristiani nella città di Krasnogorsk - si legge ancora nel comunicato - alla periferia della capitale russa, Mosca, uccidendo e ferendo centinaia di persone e causando grandi distruzioni al posto prima di ritirarsi nelle loro basi in sicurezza". Secondo alcuni testimoni i terroristi sarebbero scappati a bordo di una Renault bianca ed avrebbero agito con grande organizzazione. 

Le ricerche della polizia e il precedente del Beslan

Le ricerche della polizia mirano ad individuare almeno tre uomini dell'Inguscezia, regione caucasica della Russia la cui popolazione è strettamente legata a quella cecena. Non a caso l'attentato ricorda quello del Beslan (Ossezia del Nord, Russia) del 2004, quando un commando inguscio-ceceno prese in ostaggio quasi 1.200 persone tra cui bambini, genitori e insegnanti in un asilo nel primo giorno di scuola. L'assalto delle forze russe portò alla liberazione degli ostaggi, ma ebbe un bilancio tragico di 335 morti, tra cui 186 bambini e 31 sequestratori, con più di 400 persone ferite.