L'UE sragiona e parla di conflitto mondiale, mentre la Russia dorme su sette cuscini sulle note di Pupo
Mancano i leader, mancano gli statisti, manca tutto in questo Occidente sgangherato, una debacle politica che fa gioco solo a Vladimir Putin
In contraddizione con il nichilismo soporifero e imperante a cui ci hanno abituati dalla caduta del muro di Berlino, i politici europei hanno riscoperto, o almeno fingono di avere riscoperto un'amore spassionato per la democrazia.
E se fino a qualche anno fa non erano in pochi i piccoli leader europei a complimentarsi con Putin per la conquista della Crimea, oggi sono tutti un pelino più permalosi per quanto sta accadendo in Ucraina, rilanciando una campagna diffamatoria nei confronti del Cremlino a dir poco indegna.
Così, mentre si fa il nome di Mario Draghi come capo del Consiglio Europeo, la Von Der Leyen non perde tempo e invita i cittadini europei a prepararsi psicologicamente alla possibilità di una guerra, una dichiarazione a cui hanno fatto coro i commenti di approvazione di tutti, da Macron alla Meloni.
Un conflitto descritto da Ursula come inevitabile, con l'unico problema che l'Europa non ha un suo esercito e non ha una strategia militare univoca, ma queste sono sciocchezze, giusto?
Le ragioni del conflitto? Non si capiscono, o almeno vengono omesse. Mentre trattiamo con i peggiori criminali del mondo, a partire da Hamas, con Putin di parlare non ci va proprio.
Dicevamo che le ragioni erano omesse non a caso. Perché l'Ucraina piace, e piace anche tanto. Nessuno pensi che ci sia la minima considerazione politica o umana nei confronti di Zelensky, perché l'attrazione nei confronti di Kiev è diversa.
Sapete cosa conserva in pancia l'Ucraina? Il 10% delle risorse mondiali di ferro, il 6% di titatio, il 20% di grafite e, squillino le trombe, i più importanti giacimenti del mondo di nichel, litio e cobalto: in pratica la tecnologia del mondo si rifornisce da Zelensky.
Ora, converrete con lo scrivente che trattare con chi vuole mettere la zampa su queste prelibatezze, già proprietario dei più grossi giacimenti di gas nel mondo, non fa piacere a chi deve "comprare", perché si creerebbe un monopolio. Ecco perché nessuno vuole dialogare con la Russia, non per chissà quale altro motivo, alla faccia della democrazia e bla bla bla.
Unico fesso del lotto, il povero Papa Francesco che parla con buon senso, ma in fondo chissene del buon senso, meglio una guerra totale che lasciare il cobalto a Putin, giusto?
Di Aldo Luigi Mancusi