Elezioni Ucraina, sondaggi: il 67,5% della popolazione non vuole più Zelensky come presidente, nel 2019 trionfò con il 74%

L'attuale presidente inizia ed essere inviso alla stragrande maggioranza della sua popolazione, a "salvarlo" il rinvio della elezioni causa conflitto che gli consente di sbarazzarsi del suo rivale spedito a Londra in qualità di ambasciatore

Valerij Zaluzhnyi, ex-capo di Stato maggiore ucraino ha avuto l'ok da Zelensky per ricoprire la carica di ambasciatore ucraino a Londra. Il generale silurato dal presidente appena poche settimane fa, ha di che consolarsi. Questa mossa potrebbe essere anche un modo strategico per tenere lontano l’uomo (sondaggi alla mano) con l'indice di gradimento più alto in Ucraina, e quindi tenerlo lontano dai palazzi di potere, in un periodo in cui la sua leadership nel Paese è decisamente in forte calo. A dargli una grossa "mano" è senza dubbio il conflitto con la Russia. A causa di ciò, infatti, le elezioni in Ucraina sono sospese, ma nell’ipotesi che venissero svolte, Valerij Zaluzhnyi sbaraglierebbe proprio l'attuale presidente. Lo conferma un recente sondaggio realizzato dall’agenzia ucraina Sotsis e commissionato dal sito giornalistico, tsenzor.net.

Elezioni in Ucraina, il 67,5 della popolazione non vuole più Zelensky presidente, lo rivela un sondaggio 

I risultati sono schiaccianti: Zaluzhnyi otterrebbe il 41% contro il 23,7% dell’attuale capo di Stato ucraino. Di più. In un eventuale ballottaggio, la vittoria di Zaluzhnyi sarebbe quasi bulgara: 67,5% contro il 32% del suo avversario. Per gli altri ipotetici candidati, solo briciole: Petro Poroshenko e l’ex presidente della Verkhovna Rada Dmitry Razumkov otterrebbero rispettivamente il 6,4% e il 5,6%.Per il "Beppe Grillo d'Ucraina" Zelensky, che nel 2019 si presentò come candidato alle presidenziali contro il presidente uscente, Petro Poroshenko, trionfando col 74% dei voti si tratterebbe di una vera e propria disfatta, di un crollo verticale che però al momento è scongiurato non essendo previste le consultazioni per i motivi già noti. Ad annunciarlo fu lo stesso Zelensky il  6 novembre dello scorso anno. Da allora però ne sono successe di cose nuove, la più significativa sicuramente quella dello scorso 8 febbraio scorso, quando furono annunciate le dimissioni del generale Valerij Zaluzhnyi, capo di Stato maggiore dell’esercito e l'immediata sostituzione con il generale Oleksandr Syrskij. Tra il presidente e ex-capo dell’esercito erano sorti parecchi dissapori dopo che quest’ultimo aveva affermato pubblicamente che il conflitto fosse da troppo tempo in una fase di stallo. Affermazione che Zelensky  faticò a digerire, tanto da arrivare a rimuoverlo dall'incarico.

Il rivale Valerij Zaluzhnyi, sempre più in alto nei gradimenti, è visto come un eroe

Ma Zaluzhnyi, autore della vittoriosa controffensiva nell’autunno del 2022 nella parte sud est del Paese, è tutt’ora considerato un eroe da gran parte della popolazione ucraina. "Zaluzhnyi è un uomo d’azione, si presenta molto bene, è conosciuto e stimato a livello internazionale e nei momenti bui della guerra, è stato colui che riconquistato i territori finiti in mano ai russi. Certo, viene riconosciuto il merito a Zelenski ma il capo e l’autore di quelle vittorie è indubbiamente lui", spiega il presidente dell’associazione cristiana ucraina in Italia molto attivo per la causa del suo Paese. Horodetskyy spiega che anche in Ucraina la personalizzazione ha un peso preminente: "Zaluzhnyi è rassicurante, di poche parole. Al contrario di Zelensky che parla molto e non sempre viene compreso dagli ucraini. La comunicazione di Zaluzhnyi invece è molto efficace. Inoltre, come si diceva, è stato il capo dell’esercito e in questo momento particolare e drammatico che stiamo vivendo, l’esercito è diventato la prima istituzione nel cuore degli ucraini, prima ancora addirittura della Chiesa che pure per noi è sempre stata al vertice della gerarchia". Volodymyr Zelenski comunque, "finché c’è la guerra rimane sempre il nostro presidente, supportato in maniera incondizionata", conclude Horodetskyy.

La legge marziale spada di Damocle sulla testa di Zelensky

C’è un altro punto che potrebbe creare tensione dentro l'attuale governo di Zelenski: la legge marziale introdotta dal presidente (e di conseguenza la sospensione di tutte le elezioni)scadrà il 13 maggio. La Corte costituzionale avrebbe dovuto discutere il 20 maggio la legittimità del mandato dell’attuale capo dello Stato. Al netto di tutto i tempi per una decisione potrebbero essere lunghi. Intanto sempre dal sondaggio di Sotsis emerge che la maggior parte degli ucraini, il 59,7% ritiene sbagliate le elezioni in questo momento. A chiederle sarebbe soltanto il 24,2%.