Victoria Nuland, le dimissioni della potentissima Straussiana che nel 2014 pronunziò la frase: “F*ck Europe”
Moglie del potentissimo Robert Kagan, la Signor Nuland – seguace di Leo Strauss come il marito – è l’incarnazione del male
Oggi, 5 marzo 2024, il Segretario di Stato Antony Blinken ha annunciato le dimissioni di Victoria Nuland, Segretario di Stato per gli Affari Politici.
Chi non sappia chi è Victoria Nuland, non sa nulla del Deep State, del vero potere che muove i fili di quel vecchio burattino rimbambito che è Joe Biden.
Moglie del potentissimo Robert Kagan, la Signora Nuland – seguace di Leo Strauss come il marito – è l’incarnazione del male.
Sua la pianificazione del golpe Euromaidan 2014. Memorabile l’intercettazione della sua telefonata con l’Ambasciatore USA a Kiev, in cui pronunziò la famosa frase “fuck Europe” (l’Europa si fotta). Qui il commento a caldo di RAI News (6 febbraio 2014): “La gaffe della diplomatica americana: "L'Ue? Si fotta" Diffusa sulla rete una telefonata tra Victoria Nuland, neo ambasciatrice all'Ue e l'ambasciatore americano in Ucraina, Geoff Pyatt. I due stavano discutendo delle prossime mosse per risolvere la crisi a Kiev. La stampa americana: "Se un diplomatico non è diplomatico, il risultato è imbarazzante". Il Dipartimento di Stato Usa: "Colpo basso dello spionaggio russo".
Dopo dieci anni, posso dire senza timore di smentita che la Signora Nuland è riuscita nel suo proposito: L’Europa è fottuta.
Non ho elementi sufficienti per sperare in un cambiamento di rotta da parte del Dipartimento di Stato USA.
Spero che le dimissioni (imposte: l’invio di armi all’Ucraina è la più grande truffa della Storia) siano un primo tentativo di ridimensionare gli Straussiani.
Certo è che Victoria Nuland aveva personalmente scelto gli attuali leader ucraini (nessuno escluso, memorabili i suoi commenti su alcuni dei nomi proposti dall’Ambasciatore USA a Kiev).
Come ho già fatto in un precedente articolo, consiglio la lettura di questo scritto di Roberto Pecchioli sugli Straussiani: Leo Strauss e i neocons, gli architetti delle guerre.
Tra l’altro gli Straussiani sono sempre stati strenui sostenitori di Benjamin Netanyahu.
Qui alcuni passaggi significativi, tratti dal saggio di Pecchioli: "A livello globale, poche personalità influenzano il presente quanto Leo Strauss (1899-1973), pensatore tedesco di origine ebraica emigrato negli Stati Uniti. Il suo pensiero è poco noto, la sua lezione è alla base del movimento neo conservatore e della politica di potenza. Possiamo affermare che gli straussiani – alcune decine di personalità di enorme potere – sono veri e propri architetti della guerra come strumento dell’impero americano.
Il crocevia del pensiero di Strauss fu la scoperta – o riscoperta – della cosiddetta scrittura reticente, che non svela ma cela. Gli straussiani – una minoranza ristretta ma potentissima – sono al potere in Occidente e la menzogna è la forma normale della relazione tra popolo e oligarchia, dominanti e dominati.
Qualcuno li considera una setta e in effetti i primi discepoli di Strauss furono un circolo quasi segreto, costituito da giovani di origine ebraica. Ad essi era riservato l’insegnamento più criptico ed esoterico, trasmesso in forma orale, come gli antichi maestri.
Inculcava il principio della nobile menzogna, ritenendo moralmente giusto mentire per un fine superiore – il potere – una condotta da applicare all’attività pubblica degli iniziati, a partire dall’agitazione dei suoi seguaci contro le lezioni di docenti di avverso orientamento. Il fine era una sorta di lotta continua applicata alla geopolitica. Uno Stato deciso a sopravvivere e a esercitare volontà di potenza (Nietzsche fu uno dei riferimenti di Strauss) deve essere permanentemente in guerra. Un coacervo di idee che influisce sulla politica estera americana da decenni, trascinato dall’influenza nell’economia, nella cultura, nei “pensatoi” riservati (think tank). L’intera architettura geopolitica e di guerra ibrida dispiegata dagli Usa dalla caduta del comunismo sovietico è stata impostata e spesso dominata dagli straussiani, presenti in ruoli chiave nelle amministrazioni sia democratiche che repubblicane.
Dopo la morte di Strauss, i suoi discepoli si mantennero uniti e sbarcarono in politica al seguito del senatore democratico Henry “Scoop” Jackson. Tra loro Elliott Abrams, Paul Wolfowitz, Richard Perle. Gli ultimi due avrebbero ricoperto incarichi governativi apicali. Decisivo fu l’approdo nel giro straussiano di un gruppo di intellettuali di ascendenza trotzkista (la rivoluzione permanente di Lev Trotsky, corrispettivo della lotta politica continua, metafora della guerra permanente straussiana), israeliti anch’essi. Si trattava di giovani carichi di avversione verso l’URSS, portati in politica dalla Rand Corporation, il più influente think tank dell’apparato militare industriale statunitense. Gli ex trotzkisti, da collaboratori del partito democratico, passarono ai repubblicani, diventando ideologi del cosiddetto neo conservatorismo. Wolfowitz introdusse concetti come “guerra preventiva” e “asse del male” con riferimento ai nemici degli Usa.
Fin dal 1976, Wolfowitz era giunto alla conclusione che non era sufficiente isolare l’URSS, occorreva farla finita con essa. I neocons divennero artefici di gruppi di lavoro e ONG legate al potere riservato come il National Endowment for Democracy (NED) e l’USIP, dal nome orwelliano di Istituto Statunitense per la Pace. Entrambe, con l’appoggio dell’Open Society di George Soros e delle ricche ONG dei miliardari, furono implicate nel tentativo rivoluzionario cinese di Tienanmen, in tutte le “rivoluzioni colorate “e nella deposizione e successivo arresto del presidente serbo Milosevic; nella rivoluzione delle rose georgiana che provocò la caduta del presidente ex sovietico Shevardnadze e condusse a una guerra. E ancora nella prima rivoluzione arancione in Ucraina del 2004; in quella dei tulipani in Kirghizistan nel 2005; nella rivoluzione che cercò invano di deporre il bielorusso Lukashenko; nei disordini antirussi del 2009 in Moldavia. Il ruolo dei neocons e delle ONG legate alla Cia e ai “filantropi” nei fatti ucraini del 2014 (Euromaidan: indimenticabili le fotografie di Victoria Nuland che porta dolcetti ai ribelli, che le valsero il soprannome di "Cookie" (dolcetto) Nuland).
Wolfowitz elaborò nel 1992 un documento nel quale chiedeva una più forte egemonia mondiale americana, anche contro l’Europa. La tesi era che i governi europei non hanno una visione geopolitica globale (è la verità) e che quindi l’impero americano è autorizzato a prendere decisioni unilaterali. Robert Kagan scrisse un libro apertamente anti europeo nel 2003 e un significativo articolo sull’influente rivista Foreign Affairs in cui sosteneva “la benevola egemonia globale degli Stati Uniti”. Straussiani di fatto furono esponenti dei governi repubblicani come Dick Cheney e Donald Rumsfeld. Richard Perle fu consigliere del presidente bosniaco musulmano Izetbegovic e trafficò con la strana figura di Osama Bin Laden. Gli straussiani e i neocons hanno spesso usato l’islamismo per indebolire gli alleati della Russia, pur saldamente ancorati a un sionismo estremista, in nome del quale Perle consigliò nel 1996 l’eliminazione di Yasser Arafat, l’inizio di una guerra contro l’Iraq (avvenuta alcuni anni dopo) e la deportazione dei palestinesi in territorio iracheno. Dopo l’oscuro attentato alle Torri gemelle, fu Wolfowitz l’ispiratore dell’operazione Desert Storm (Tempesta nel Deserto) e i neocons dell’Office of Special Plans gli artefici della propaganda bellica sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Non fecero altro che applicare la strategia della “nobile menzogna” di Strauss ed elaborarono la teoria geopolitica e geoeconomica detta dottrina Rumsfeld-Cebrowski. Questi i punti essenziali: gli Stati Uniti devono garantirsi risorse a basso costo dai Paesi in via di sviluppo; le guerre coloniali convenzionali per conquistare e dominare completamente un paese sono praticamente impossibili o troppo costose. Pertanto i conflitti armati devono essere prolungati in una “guerra senza fine” che lasci sul campo Stati falliti, come la Libia dopo Gheddafi. Gli Stati Uniti devono promuovere o provocare guerre attraverso organizzazioni o governi fantoccio e prolungarle il più a lungo possibile (Afghanistan, Iraq o Siria). In assenza di uno Stato con cui negoziare, l’estrazione delle risorse (leggi il furto) è molto più facile. Gli insuccessi finali dei conflitti scatenati hanno costretto gli straussiani a cambiare strategia, ma la tattica generale è sempre quella di soffiare sul fuoco per mantenere instabile le aree geopolitiche di interesse. In una visione straussiana, non stupirebbe se la signora Nuland in cuor suo si reputasse un’eroina, per avere ottenuto il risultato di una guerra permanente con la Russia, con il risultato di rendere l’Europa dipendente non dal gas naturale russo (che peraltro la Federazione Russa può vendere altrove) ma dal gas di scisto americano, alla faccia della propaganda green e degli interessi della colonia europea. La doppiezza straussiana – agire in termini di potenza mentendo ai popoli – è una delle forme della “grande politica” ignota alla gente comune. Però la chiamano democrazia.
E’ presto per affermare che le dimissioni di Victoria Nuland serviranno a scongiurare l’inizio della Terza Guerra Mondiale, ma per una volta voglio essere ottimista, perché Victoria Nuland è davvero l’incarnazione del male.
di Alfredo Tocchi. 5 marzo 2024