Turchia, arrestati 7 informatori del Mossad, vendevano notizie sui palestinesi. Il ministro dell'interno turco: "Li prenderemo uno ad uno"

Tra gli arrestati anche un detective privato e l'ex capo della polizia turca

Nuovi arresti in Turchia contro persone presuntivamente affiliate al Mossad. A distanza di quasi due mesi dal blitz del Mit (Millî İstihbarat Teşkilâtı, i servizi segreti turchi) a danno di quindici agenti del Mossad accusati di spionaggio, la polizia ha arrestato   sette presunti informatori, tra cui l'ex capo della polizia Hamza Turhan Ayberk e un detective privato, sospettati di vendere informazioni sensibili al principale servizio di intelligence israeliano. Da Tel Aviv, almeno per il momento, non sono arrivati commenti sugli arresti, ma si presume che nelle prossime ore arriverà una forte presa di posizione da parte del governo Netanyahu e dalla stessa intelligence israeliana.

Turchia, arrestati sette informatori affiliati al Mossad

Stando a quanto riportano i media turchi, tra gli arrestati ve n’è uno in particolare che ha svolto i lavori più importanti a beneficio degli israeliani. Un detective privato é accusato dalle autorità di aver raccolto informazioni sensibili su aziende e individui palestinesi (ma in generale ha raccolto informazioni anche su cittadini di altre nazionalità) e di aver tracciato i loro movimenti. Il detective, sempre secondo l’intelligence turca, avrebbe ricevuto pagamenti in criptovalute e sarebbe stato addestrato dal Mossad in un centro ad hoc con sede a Belgrado.

Ministro turco contro il Mossad e i suoi affiliati

Un video dell'operazione é stato reso pubblico dal ministero dell’Interno turco: in esso si vedono diversi agenti dell'unità antiterrorismo perquisire abitazioni di Istanbul e sequestrare oggetti quali pistole, sacchetti di droga e dispositivi elettronici. A conferma dell’importanza del blitz, il ministro dell’Interno turco Ali Yerlikaya sul social X ha confermato che altre operazioni di questo tipo verranno organizzate nei prossimi giorni: "Non permetteremo mai che le attività di spionaggio siano svolte all'interno dei confini del nostro paese. Li cattureremo uno per uno e li porteremo alla giustizia”, ha detto Yerlikaya, rispondendo, forse, tra le righe allo stesso direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, che due mesi fa affermò che la sua organizzazione "era pronta a prendere di mira Hamas ovunque, anche in Libano, Turchia e Qatar".