Chi è Elena Berezhnaya, attivista ucraina per i diritti umani picchiata e arrestata per "tradimento e dichiarazioni anti Zelensky", presente nella lista di Gonzalo Lira
Il settimo nome della lista di Gonzalo Lira
Elena Berezhnaya, fondatrice e direttrice dell’Istituto di politica giuridica e protezione sociale ucraino, settimo nome della lista di Gonzalo Lira. la più nota attivista ucraina per i diritti umani, dal 16 marzo 2023 è stata arrestata dalla polizia nel suo appartamento e portata al dipartimento di polizia dei SBU, i Servizi di Sicurezza ucraini, e da allora nessuno sa più niente di lei.
Elena Berezhnaya in tutti questi anni è stata una spina nel fianco della politica di Zelensky, nonostante diversi tentativi di assassinarla, minacce continue di morte da parte di quelli che lei definisce "neonazisti" e più volte picchiata e maltrattata. Da 8 anni lotta per i diritti umani, sociali e civili del popolo ucraino.
Chi è Elena Berezhnaya
Conosciuta a livello internazionale, ha parlato spesso in Forum internazionali e conferenze organizzati dall’OSCE, dalla Missione internazionale di monitoraggio delle Nazioni Unite in Ucraina, dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti delle minoranze nazionali, dove, utilizzando esempi dettagliati e con dati alla mano, ha sempre denunciato le pratiche discriminatorie e violente della Kiev golpista, contro i diritti della popolazione russofona e contro la popolazione antifascista ucraina.
Ha sistematicamente indicato il ruolo e la violenza dei gruppi neonazisti, le atrocità di cui si sono macchiati e i legami strettissimi e complici, e gli interessi intrecciati tra la giunta ed essi. Aveva organizzato la campagna contro la guerra e per la pace: “STOP alla Guerra! L’Ucraina ha bisogno di Pace!”.
Il sequestro è stato denunciato alla stampa dall’avvocatessa e sua collega, Svetlana Novitskaya, avvocato difensore di prigionieri politici e di coscienza, attraverso l’Istituto per la politica legale e la protezione sociale.
Secondo la Novitskaya, la Berezhnaya è accusata di crimini ai sensi dell’ormai popolare articolo 111: tradimento. “Cattive notizie su Elena Berezhnaya. Si trova nel centro di detenzione Lukyanovsky, è sospettata di alto tradimento per aver parlato nei media, sui canali YouTube e aver fatto dichiarazioni anti ucraine … (leggi articolo 111 del codice penale ucraino), articolo secondo cui ora vengono sospettate e arrestate tutte le persone considerate inaffidabili per il governo di Kiev, spesso accusate “trascinandole per le orecchie”, di simpatie o affinità con la Russia o il “mondo russo” “.,ha detto la Novitskaya.
Elena Berezhnaya, aveva anche fornito ad Angela Merkel, tramite Andriy Khunko, deputato del Blocco di sinistra, un rapporto sui crimini dello Stato ucraino contro i propri cittadini, documentando una serie di prove per le gravi violazioni da parte dell’Ucraina della Convenzione europea dei diritti dell’uomo,presentando il Dossier al Bundestag, nella tavola rotonda “Diritti umani e libertà dei media in Ucraina“.
L’attivista per i diritti umani ha sempre denunciato in questi anni, che oggi gli accordi di Minsk non sono stati attuati principalmente dalla parte ucraina, accordi che furono caldeggiati dalla cancelliera tedesca Merkel.
Nel Dossier la Berezhnaya denunciava che l’Ucraina violava gli articoli 6 e 7 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo per il diritto a un processo equo. Nel novembre 2017, l’Istituto per la politica giuridica e la protezione sociale intitolato, preparò un rapporto per l’OSCE sull’accesso alla giustizia in Ucraina e le conseguenze della cosiddetta riforma giudiziaria.
La Berezhnaya è anche molto conosciuta in Ucraina per la sua posizione fermamente antifascista: ha anche combattuto contro la ridenominazione delle strade e degli insediamenti ucraini in onore di criminali e collaboratori nazisti.
E’ stata organizzatrice e referente, insieme a Nataliya Vitrenko del “Reggimento Immortale” a Kiev, ed ogni anno veniva attaccata, arrestata perché indossava il nastro di San Giorgio o portava le foto dei Veterani o del giornalista assassinato Oleg Buzina.
In una di queste detenzioni, nel 2017 fu picchiata dai neonazisti del gruppo neonazista C14 e da agenti di polizia. Secondo la sua conferenza stampa, in quell’occasione: “Insieme alla polizia, hanno iniziato a picchiarmi, torcendomi le braccia. Poi mi hanno gettato a terra e ho sbattuto la testa sull’asfalto e mi sono ferita, ho chiesto un’ambulanza. Invece, mi hanno spinto per le braccia per le gambe trascinandomi in macchina. Non hanno voluto chiamare un’ambulanza presso il dipartimento di polizia regionale fino all’arrivo di esponenti delle Nazioni Unite, dell’OSCE e dell’avvocato convocato".
La Missione permanente della Russia presso le Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per la scomparsa della Berezhnaya. D. Polyansky, Primo Vice Rappresentante Permanente della Federazione Russa alle Nazioni Unite, ha chiesto l’intervento dell’ONU e del Consiglio di Sicurezza:
"Attiriamo l’attenzione su questo fatto di persecuzione politica e intimidazione, la leadership delle Nazioni Unite e dei membri del Consiglio di sicurezza, dato il fanatismo nazionalista radicale che ha inghiottito Kiev, ci sono tutte le ragioni per temere per la sua vita e salute". Il motivo del rapimento è molto probabilmente legato all’appello della Berezhnaya ai membri del Consiglio di sicurezza, sulla questione del fascismo dilagante in Ucraina. Essa si era rivolta ai membri del Consiglio di sicurezza durante un incontro informale sulla Formula Arria, il 22 dicembre dello scorso anno, parlando del fascismo dilagante in Ucraina. Vasily Nebenzya, rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, aveva poi ripreso quella documentazione ai membri delle Nazioni Unite dalla tribuna dell’Assemblea generale il 28 febbraio".