"Meno green e più armi", Ursula von der Leyen annuncia così la candidatura-bis a capo della Commissione Ue
La presidente uscente rompe gli indugi ed annuncia urbi et orbi la sua disponibilità ad un secondo mandato da numero 1 della Commissione. Ma la strada è tutt'altra che spianata: tra sondaggi e maggioranze variabili serve un'impresa
"Sono entrata in carica nel 2019 perché credo fermamente nell'Europa. L'Europa per me è casa" e "oggi, cinque anni dopo, prendo la decisione molto consapevole e ben ponderata di candidarmi per un secondo mandato alla guida della Commissione europea". Con queste poche parole Ursula von der Leyen, in conferenza dalla Konrad-Adenauer-Haus di Berlino, ha confermato ciò che da tempo si vociferava nei corridoi di Bruxelles.
"Meno green e più armi", Ursula von der Leyen annuncia così la candidatura-bis a capo della Commissione Ue
Affiancata dal presidente della Cdu Friedrich Merz, Von der Leyen ha annunciato la sua candidatura alle Europee come Spitzenkandidat per il Ppe. L'attuale presidente della Commissione ha parlato al termine del Consiglio federale dell’Unione cristiano-democratica (Cdu), il partito tedesco che al Parlamento europeo è nel gruppo dei Popolari europei. "In questi cinque anni non solo è cresciuta la mia passione per l'Europa, ma anche la mia esperienza su quanto questa Europa può realizzare per i suoi cittadini. Un'Europa che dovrà essere meno green ma con più armi". Rimane da capire se assieme alla sua passione per l'Europa è cresciuta anche l'Europa stessa.
La sua candidatura a presidente-bis della Commissione europea dovrebbe essere ufficializzata dal Partito popolare europeo al congresso che terrà a Budapest il 6 e 7 marzo. La presidente uscente sembra partire con i favori del pronostico, ma tutto (o quasi) dipende dalla performance del Ppe: con la quota maggiore di seggi alle prossime elezioni, che si terranno tra il 6 e il 9 giugno in tutti gli Stati membri dell’Unione, la von der Leyen non dovrebbe avere alcun problema ad essere nuovamente nominata presidente della Commissione europea. Ad oggi, sondaggi alla mano, non vi è nessuna certezza per nessuno. Ricordiamo che il presidente della Commissione viene nominato dai leader delle famiglie europee in base ai risultati delle elezioni: il partito che ottiene più voti, di fatto, per una regola non scritta delle istituzioni europee, sceglie il presidente della Commissione.
Sono iniziate le manovre dietro le quinte per il secondo mandato
Dietro questi movimenti, emerge il rafforzamento di un asse che parte dal Ppe per arrivare ai conservatori passando per un pezzo dei liberali. I sondaggi, come detto sopra, al momento, non premiano questo asse ed i numeri per proporsi come una nuova maggioranza in Europa non ci sono, a meno di non scendere a patti con i sovranisti di Marine Le Pen e Matteo Salvini. Possibilità di successo vicino allo zero. Se von der Leyen vorrà ottenere un secondo mandato, non basterà guardare solo all'esito delle elezioni europee del prossimo giugno. La presidenza della Commissione è una scelta che ricade nella responsabilità del Consiglio degli Stati membri, come appurato da Weber nel 2019. In questo caso occorrerà trovare la quadra con due pezzi grossi come la Germania di Scholz e la Spagna dell'altro socialista, il premier Pedro Sanchez.
Compito non facile, si prospetta la politica dei "due forni"
Se elezione-bis dovesse essere, la cosiddetta maggioranza Ursula cercherà di fare affidamento su maggioranze variabili, in base ai temi da votare, quando si tratterà di far passare al Parlamento europeo i suoi provvedimenti, facendo sponda più con i conservatori di Meloni che con i Verdi. Almeno questo sembra il piano di Weber. Un piano che non dispiace a von der Leyen pur di mantenere il controllo del Berlaymont, il palazzo della Commissione.
Negli ultimi tempi von der Leyen pur non ufficializzando la sua volontà a ricandidarsi, aveva fatto intuire che l’idea la stuzzicava non poco: "Se sarò il prossimo presidente della Commissione, istituirò un commissario per la Difesa. Penso sia ragionevole", aveva detto dal palco della Conferenza sulla sicurezza di Monaco nel fine settimana. Un suo eventuale secondo mandato alla guida dell'Ue rappresenterebbe la quarta volta di un bis alla guida dell’esecutivo Ue dopo Walter Hallstein, Jacques Delors e José Manuel Barroso.