Biden, procuratore speciale: "Diffuse carte segrete, ma non va incriminato. È un anziano smemorato", Trump: "Giustizia usa doppi standard" - PDF

Il report che imbarazza Biden: diffuse documenti top secret ma non può essere incriminato. "Sarebbe difficile convincere una giuria che dovrebbero condannare un ex presidente ultraottantenne di un grave crimine che richiede uno stato mentale di una persona in grado di atti intenzionali". Lui sostiene il contrario

Joe Biden diffuse carte segrete quando era un privato cittadino, inclusi documenti sulla politica militare ed estera in Afghanistan e altre questioni sensibili di sicurezza nazionale, ma "non va incriminato". A sostenerlo è il procuratore speciale Robert Hur, il quale, a corredo di questa decisione, aggiunge una motivazione: "È un anziano con problemi di memoria". Una risposta al quale ne è scaturita un'altra, del diretto interessato: "La mia memoria è a posto, guardate quello che ho fatto da quando sono presidente".

Biden, procuratore speciale: "Diffuse carte segrete, ma non va incriminato. È un anziano smemorato"

Biden diffuse carte segrete, ma non può essere incriminato. "Abbiamo anche considerato che, al processo, Biden probabilmente si sarebbe presentato a una giuria, come ha fatto durante la nostra intervista con lui, come un uomo anziano simpatico, benintenzionato e con una scarsa memoria. Sarebbe difficile convincere una giuria che dovrebbero condannare un ex presidente ultraottantenne di un grave crimine che richiede uno stato mentale di una persona in grado di atti intenzionali", scrive Hur nel suo rapporto di 388 pagine.

Ad un certo punto, Hur scrive anche che "non ricordava quando era vicepresidente", nè quando iniziò il suo mandato, nè quando finì. E non ricordava nemmeno quando suo figlio Beau morì, precisamente nel 2015 per un tumore al cervello, a 46 anni.

A questa accusa, si aggiunge la replica del presidente. "Come si permette di dire che non ricordo la data della morte di mio figlio?”.

Cosa dice il rapporto su Biden

I documenti top secret di Biden con riferimento all'Afghanistan segnalano la sua opposizione all'aumento delle truppe deciso da Obama. Alcune di queste carte furono trovate nel suo garage di casa a Wilmington e in un ufficio privato di un think tank di Washington, dopo un'inchiesta aperta dall'Fbi nel 2022. Viene segnalato poi come questi documenti venissero nascosti con scarsa sicurezza, addirittura conservati in una scatola di cartone usurata nel suo garage, insieme ad una scala e un cesto di vimini.

Biden: "Non ho mai diffuso informazioni classificate"

Questa invece la replica di Biden alle accuse fatte dal procuratore: "Non ho mai diffuso informazioni classificate. Avrei dovuto prestare più attenzione a come quei documenti venivano gestiti, anche se non ho infranto la legge. Io non ho commesso nessun crimine con le carte classificate. Non solo io ho collaborato con la giustizia, deponendo per cinque ore in due giorni, l'8 e il 9 ottobre, all'indomani dell'attacco di Hamas contro Israele, quindi nel bel mezzo di una crisi internazionale".

Anche lo speaker della Camera, Mike Johnson, è dello stesso avviso del procuratore: "È inadatto a ricoprire il suo ruolo. Un uomo così incapace che non può essere incriminato per aver mal custodito le carte è certamente inadatto allo Studio Ovale".

L'attuale presidente in carica, difficilmente potrà attaccare Trump sullo stesso terreno, creando una sorta di equivalenza di fronte all'opinione pubblica.

Trump: "Giustizia usa doppi standard"

Alla notizia, Trump è insorto. Nonostante la decisione dal punto di vista politico potrebbe rendergli le cose più facili, dal punto di vista giudiziario rappresenta un pericoloso precedente: "Il caso di Biden è cento volte diverso e più grave del mio", spiega l'ex premier vittorioso nei caucus in Nevada. 

"Questo caso ha dimostrato che il sistema giudiziario ha un doppio standard e i processi contro di me sono selettivi e incostituzionali", aggiunge, ricordando l'incriminazione per i documenti di Mar a-lago.