Gaza, fratelli palestinesi di 13 e 20 anni con bandiera bianca uccisi da cecchino israeliano durante evacuazione a Al-Amal

L'ordine era arrivato verso le 10:30 del mattino, i due ragazzi avevano le mani alzate al momento della loro uccisione

L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor ha affermato di aver documentato l’uccisione di due fratelli palestinesi di 13 e 20 anni, da parte di un cecchino israeliano davanti alla loro famiglia mentre l’esercito israeliano aveva dato ordine di evacuazione immediata dalla loro casa nel quartiere di Al-Amal, a ovest di Khan Yunis.

Gaza, fratelli palestinesi di 13 e 20 anni uccisi da cecchino israeliano: sventolavano bandiera bianca

I testimoni hanno riferito che Nahed Adel Barbakh, 13 anni, il 25 gennaio, verso le 10:30 del mattino dopo l’ordine di sfollamento, è uscito allo scoperto con entrambe le braccia alzate, ed in una mano teneva una bandiera bianca. A qualche decina di metri di distanza lo seguiva la propria famiglia, che tentava di allontanarsi dalla loro casa vicino alla scuola “Hay Al Amal”, a ovest di Khan Yunis, e si stavano dirigendo verso Al-Mawasi su ordine dell’esercito di occupazione israeliano.

I testimoni hanno aggiunto che il ragazzo è stato colpito ad una gamba, anche se portava in mano una bandiera bianca. Il rumore degli spari è stato sentito provenire dalla direzione di un edificio residenziale sul lato orientale, vicino alla moschea Hassan Al-Banna, a circa 100 metri dal sito. Si è scoperto poi che i cecchini israeliani si trovavano in cima agli edifici della zona.

I testimoni hanno spiegato che mentre il ragazzo cercava di rialzarsi, è stato nuovamente colpito da un proiettile al fianco. Quando ha provato di nuovo ad alzarsi, il cecchino israeliano gli ha sparato per la terza volta, colpendolo alla testa vedendolo poi ricadere a terra privo di vita.

L'intervento e l'uccisione del fratello

A quel punto, il fratello di Barbakh, Ramez, 20 anni, si è precipitato nel tentativo di salvare suo fratello, ma anche lui è stato colpito da un cecchino israeliano, che con uno sparo diretto sulla nuca, lo ha fatto cadere addosso a suo fratello. I due ragazzi sono stati poi lasciati morire dissanguati in strada davanti ai loro genitori e familiari.

L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor ha confermato, sulla base delle sue indagini preliminari e delle testimonianze, che l’attacco ai due fratelli è stato "intenzionale, deliberato e ingiustificato, definendolo una vera e propria esecuzione e un crimine di guerra che si va ad aggiungere agli innumerevoli crimini documentati in questi quasi 4 mesi di attacco sistematico e ingiustificato a danno di milioni di civili da parte di Israele".

Lo stesso istituto per i diritti umani ha infine sottolineato di aver precedentemente documentato l’uccisione diretta da parte di Israele di altre quattro persone nonostante queste sventolassero bandiere bianche, mostrassero le loro carte d’identità e alzassero le mani mentre cercavano di raggiungere la loro casa per evacuare 50 membri della famiglia a Khan Yunis, campo profughi, provocando inoltre anche l’uccisione di uno di loro, Ramzi Abu Sahloul.